Ucciso e sciolto nell’acido ma era la persona sbagliata
I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di due indagati affiliati al clan Polverino (CAMMAROTA Salvatore, classe 1967 – detenuto per altro presso la Casa Circondariale de L’Aquila; NAPPI Carlo, classe 1958 – detenuto per altro presso la Casa Circondariale di Livorno), in quanto ritenuti gravemente indiziati dell’omicidio e della distruzione del cadavere del giovane GIACCIO Giulio, fatti avvenuti in Marano di Napoli (NA) il 30 luglio 2000, data a partire dalla quale se ne erano perse le tracce.
Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, condotte dal citato Nucleo Investigativo fino al marzo 2022 anche grazie alle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno consentito di appurare che la vittima:
- operaio edile, era estranea a contesti di criminalità organizzata e che gli esecutori del delitto l’avevano erroneamente identificata per un soggetto che stava intrattenendo una relazione con la sorella di uno di essi, che non l’approvava;
- che si trovava nei pressi della propria abitazione, era stata raggiunta dagli indagati i quali, fingendosi poliziotti, l’avevano costretta a salire a bordo dell’autovettura su cui viaggiavano;
- pur avendo negato ogni coinvolgimento nella relazione, veniva uccisa con un colpo d’arma da fuoco ed il cadavere distrutto completamente, utilizzando acido.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso a cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono sottoposti alle indagini e quindi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.