(VIDEO) Frana Ischia, il racconto dell’aerosoccorritore

“Quando al tuo ritorno a casa ti senti dire ‘Grazie per quello che hai fatto’ questo riempie di orgoglio, come salvare vite, ma non sono un eroe”. È quello che Francesco Russo, aerosoccorritore dell’Aeronautica militare, ricorda di quando è tornato dalla sua famiglia dopo 24 lunghissime ore di missione sull’elicottero HH139 durante la notte il 26 novembre scorso, quando il fango aveva già sepolto Casamicciola, e poi all’alba quando insieme all’altro aerosoccorritore dell’equipaggio, ha tratto in salvo le persone che si erano rifugiate sui tetti.

A Pratica di Mare, in un tramonto che porta pioggia e vento e ricorda l’aria di quella lunga giornata, il Primo Luogotenente rivive quei momenti e li racconta all’agenzia Dire. Calarsi con il vericello, vedere gli “negli occhi la disperazione”, come racconta, di chi sta sfuggendo alla morte, essere pronti a tutto h24 grazie ad un addestramento continuo sono i momenti memorabili di questa missione destinata insieme a tante altre a rimanere scolpita nella memoria e nella storia del Paese.

“In quei 35 minuti di volo con i visori notturni ci siamo subito resi conto di quale fosse la situazione, la devastazione e le case portate via”, ricorda. Poi la lunga sosta a Capodichino in attesa di tornare in volo.

“Al mattino ci siamo diretti dove sapevamo di persone isolate che chiedevano aiuto. Ci siamo fatti largo nel fango e abbiamo portato su le cinque persone in salvo”, continua nel suo racconto. L’equipaggio di quella missione a bordo dell’elicottero dell’Aeronautica militare HH139 prevedeva due piloti, due aerosoccorritori e un operatore di bordo. L’operazione, come sempre in queste calamità, è scattata su richiesta e coordinamento della Protezione Civile.

La Difesa ha messo a disposizione mezzi e personale delle Forze Armate. E’ intervenuto anche un plotone della Brigata Garibaldi e un elicottero CH47 dell’aviazione dell’Esercito; presente per la tragedia che ha colpito Ischia anche la Marina militare con nave san Marco e l’elicottero SH90. La paura è un sentimento che si prova sempre anche quando come nel caso di Francesco Russo si è abituati a lanciarsi nelle situazioni peggiori, a calarsi giù da un elicottero e soccorrere chi è in pericolo di vita.

“Proviamo una forte emozione, ma dobbiamo mostrare sicurezza e infonderla a chi deve essere tratto in salvo. La paura si combatte giorno per giorno con l’addestramento, per farci trovare pronti al momento del bisogno. Nessuno di noi che fa questo lavoro si sente eroe, ma importante per la società”, ribadisce l’aerosoccorritore.

E’ una vita fatta di continuo addestramento professionale quella di chi salva altre vite: come accaduto a Casamicciola, dove una famiglia intera è stata strappata a quell’ oscena colata di fango che ha distrutto famiglie, case e ucciso otto persone. Gli uomini come Francesco forse non si definiscono eroi, come loro dicono, ma… quanto coraggio.

(Sim/ Dire)

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Redazione

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