13enne drogata e violentata da tre uomini in garage
Bloccata e costretta a subire palpeggiamenti, insultata, trattata come “un manichino” e minacciata. La 13enne che nell’ottobre scorso è stata violentata da tre uomini di età compresa tra i 20 e i 21 anni, descrive così agli agenti della polizia di Stato quanto vissuto nel garage della periferia di Cerignola (Foggia).
La polizia ha arrestato i presunti aggressori che ora sono in carcere con accuse pesanti: violenza sessuale e cessione di sostanza stupefacente aggravata. La giovane, infatti, avrebbe fumato dell’hashish offerto da uno dei tre che l’avrebbe intontita.
“Dopo un po’ – le sue parole – mi inizio a sentire stordita, che comunque il fumo raggiunge il cervello. Mi gira la testa e mi siedo sul divano”. È stato allora che uno dei tre avrebbe allungato le mani: prima le sfiora una coscia, poi il seno. Lei si ribella e i suoi no aizzano il branco. I tre l’avrebbero bloccata per poi stuprarla, anche in gruppo.
La ragazzina ha “provato più volte” a ribellarsi senza riuscirci perché “la mia forza – riferisce agli inquirenti – non è paragonabile a quella di un 20enne, maschio tra l’altro. Quindi era inutile”. L’aggressione è stata caratterizzata anche da minacce di ammanettarla – per provare a evitare che si muovesse – da insulti, schiaffi e sputi. “Io comunque – spiega la 13enne – opponevo resistenza”, ma poi ha iniziato “a essere impassibile, cioè immobile, speravo solo che finissero presto. Avevo paura che mi avrebbero alzato le mani”.
Rispondendo agli investigatori su cosa le avesse dato la sensazione che sarebbe stata picchiata, replica: “Non stavo davanti a intellettuali” come “Dante Alighieri e Manzoni. Stavo davanti a uno spacciatore e a due che mi stavano violentando. Cosa mi potevo aspettare, la carezza? Mentre mi sputavano in faccia e mi insultavano“.
I ricordi della vittima sono sconcertanti e precisi anche su come ha conosciuto uno dei tre – il social Instagram – e sulla presenza nel garage di una decina di ragazzi che l’avrebbero vista senza vestiti. La 13enne pensa anche di essere stata filmata e fotografata durante le violenze subite. Nel garage, i poliziotti hanno trovato tracce di stupefacenti e il reggiseno della vittima “appeso a un muro sulla scritta ‘mafia’ come una sorta di trofeo”.
Per la giudice per le indagini preliminari del tribunale di Foggia, Margherita Grippo, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere i tre indagati si sarebbero mostrati “incapaci a controllare i loro impulsi e soprattutto rivelatisi inclini ad agire in gruppo, sfruttando la forza del branco e agendo in modo brutale e spregiudicato, senza alcun rispetto della dignità e della sensibilità di una ragazzina di soli 13 anni”.
(Dire)