Il figlio di ‘El Chapo’ in manette: battaglia tra narcos e polizia

E’ guerriglia nello stato di Sinaloa, in Messico, dopo l’arresto del figlio de El Chapo, Ovidio Guzmán-López, con scontri in cui sono morti almeno 29 persone, auto date alle fiamme e l’invasione dell’aeroporto internazionale di Culiacan.

Con il governo che ha mobilitato i blindati per le strade prese d’assalto dai membri armati del cartello narco.

E’ pesantissimo il bilancio degli scontri dopo l’arresto del figlio del El Chapo in Messico. Il numero dei morti durante l’operazione per arrestare Ovidio Guzmán-López è salito a 29, ha riferito il governo.

Dieci soldati e 19 sospetti criminali sono stati uccisi nell’operazione per arrestare Ovidio Guzman, figlio del trafficante di droga in carcere Joaquin “El Chapo” Guzman, ha riferito il governo. “Dieci membri dell’esercito sfortunatamente hanno perso la vita nell’esercizio del loro dovere”, ha detto ai giornalisti il segretario alla Difesa Luis Cresencio Sandoval, aggiungendo che nell’operazione di giovedì sono stati uccisi anche 19 “criminali.

Ovidio Guzmán López, figlio del trafficante di droga Joaquín ‘El Chapo’ Guzmán, catturato ieri nello stato messicano di Sinaloa, non sarà estradato presto negli Stati Uniti che lo richiedono per processarlo, perché prima dovranno essere espletate le formalità previste dalla legge messicana. In dichiarazioni alla stampa il ministro degli Esteri Marcelo Ebrard ha spiegato al riguardo che “non potremmo estradarlo oggi, domani, dopodomani, perché dobbiamo rispettare le formalità che la legge ci impone”. Ebrard ha confermato che la richiesta di estradizione statunitense esiste, respingendo tuttavia le allusioni dei media secondo cui l’arresto di Ovidio Guzmán sarebbe stato organizzato come “regalo di benvenuto” al presidente Joe Biden che domenica arriverà in Messico per partecipare con il premier canadese Justine Trudeau e con il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador al al X Vertice dei Leader dell’America settentrionale (9-10 gennaio). Insieme al fratello Joaquín, se estradato, Ovidio Guzmán dovrà affrontare un processo davanti alla Corte federale del distretto di Columbia (Washington, D.C.) per i reati di associazione per delinquere per il trasferimento negli Usa di grandi quantitativi di cocaina, marijuana, anfetamine, metanfetamine e altre droghe sintetiche. Il capo della diplomazia messicana ha anche negato che agenti statunitensi abbiano partecipato all’operazione condotta all’alba di ieri dalle autorità messicane per realizzare la cattura.

(ANSA)

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Redazione

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