Liberia. Weah si ricandida con polemiche

Il presidente della Liberia George Weah si candida per un secondo mandato alle prossime elezioni, in programma a ottobre. Il capo dello Stato, ex campione del Milan e primo Pallone d’oro di origine africana, lo ha annunciato nel corso del suo discorso annuale davanti alle Camere riunite del Parlamento.

Durante il suo discorso il presidente ha affermato, come riferisce il quotidiano Daily Observer: “Abbiamo fatto la nostra parte nel mantenere la maggior parte delle promesse che abbiamo fatto, preservando la pace della nazione e alimentando i suoi valori democratici”.

Il riferimento è stato molto probabilmente alla fase di instabilità che ha colpito il Paese per decenni e che è degenerata in aperto conflitto armato in almeno due occasioni, prima fra il 1989 e il 1997 e poi fra il 1999 e il 2003. Nelle due guerre civili hanno perso la vita centinaia di migliaia di persone. Il capo dello Stato ha inoltre sostenuto che quando ha iniziato a guidare il Paese, nel 2018, “l’economia liberiana era in grande difficoltà”, con scarse riserve di valuta estera e alti tassi di inflazione.

Nonostante questo, secondo il leader liberiano, il suo governo “ha realizzato parecchio, contro ogni previsione”. Prima di Weah a capo del Paese, per due mandati dal 2006 al 2018, era stata Ellen Johnson Sirleaf, primo capo dello Stato donna nella storia dell’Africa e premio Nobel per la pace nel 2011. Sul Daily Observer, spesso critico nei confronti del governo, si evidenzia, citando dati della Banca mondiale, che il mandato di Weah è stato segnato da un aumento della crescita e da una stabilizzazione dei tassi di inflazione e dell’economia del Paese ma anche da un aumento della povertà e di un abbassamento significativo dell’indice di potenziale umano (Hci), pure della Banca mondiale.

Secondo la ong locale Naymote, citata sempre dalla testata, Weah avrebbe invece mantenuto circa un terzo delle sue promesse elettorali, soprattutto in fatto di riduzione della povertà. L’anno scorso il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha sottoposto a sanzioni con accuse di corruzione tre esponenti del governo liberiano, fra i quali il capo dello Staff del presidente Nathaniel McGill.

(Bri/ Dire)

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Redazione

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