È morto Gianluca Vialli

Gianluca Vialli non ce l’ha fatta. L’ex attaccante della Nazionale, Juve, Samp, Cremonese e Chelsea è morto a Londra all’età di 58 anni a causa di un tumore al pancreas contro il quale ha combattuto per oltre cinque anni.

Qualche settimana fa, Vialli annunciato una pausa dal ruolo di capo delegazione degli azzurri. Poi il trasferimento nella capitale inglese da dove è arrivata la notizia che le sue condizioni si erano aggravate.

Proprio a seguito di un nuovo acuirsi del suo stato di salute Vialli era stato ricoverato in una clinica della città dove era stato raggiunto anche dalla madre.

Dal novembre 2019 entra nei ranghi della FIGC come capo delegazione della nazionale italiana, allenata dall’ex compagno Roberto Mancini. Con questo ruolo – ufficialmente da dirigente, ufficiosamente da consigliere e factotum per l’amico fraterno Mancini e per gli altri elementi del gruppo azzurro -, nell’estate 2021 (dopo il rinvio per la pandemia di COVID-19) prende parte alla vittoriosa spedizione italiana al campionato d’Europa 2020, distinguendosi peraltro come figura di spicco dello spogliatoio oltreché, a livello umano, come «esempio vivente» per tutta la squadra azzurra.

Indimenticabile l’abbraccio con l’amico Mancio nella magica notte di Wembley.

VIALLI, UOMO DENTRO E FUORI DAL CAMPO

Gianluca Vialli, classe 1964, è stato un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo attaccante, capo delegazione della nazionale italiana.

Tra i migliori centravanti degli anni 80 e 90 del XX secolo, rientra nella ristretta cerchia dei calciatori che hanno vinto tutte e tre le principali competizioni UEFA per club, unico fra gli attaccanti.

Vincitore di numerosi trofei in campo nazionale e internazionale, è stato capocannoniere dell’Europeo Under-21 1986, della Coppa Italia 1988-1989 — in cui ha stabilito, con 13 reti, il record assoluto di realizzazioni in una singola edizione del torneo —, della Coppa delle Coppe 1989-1990 e della Serie A 1990-1991.

Tra il 1985 e il 1992 ha totalizzato 59 presenze e 16 reti nella nazionale italiana, prendendo parte a due Mondiali (Messico 1986 e Italia 1990) e un Europeo (Germania Ovest 1988); al suo attivo anche 21 gare e 11 gol con l’Under-21, con cui ha disputato due Europei di categoria (1984 e 1986).

Più volte candidato al Pallone d’oro, si è classificato 7º nelle edizioni 1988 e 1991. Nel 2015 è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano.

Gli inizi alla Cremonese, poi alla Sampdoria dove formò con Mancini la coppia soprannominata ‘i gemelli del gol’ poi il passaggio alla Juventus ed infine la carriera conclusa al Chelsea; oltre che bomber della Nazionale.

Redazione

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