Policlinico Caserta, Cerreto e Cangiano interrogano il ministro Bernini

È stata depositata in queste ore un’interrogazione parlamentare a firma dei deputati Cerreto e Cangiano sull’annosa questione Policlinico a Caserta.

I deputati casertani con una analisi dettagliata spiegano al Ministro Bernini che è emblematico il caso del Policlinico Universitario di Caserta, tra i più importanti cantieri pubblici del Mezzogiorno d’Italia, opera incompiuta per eccellenza del Capoluogo: un progetto avviato più di 20 anni fa, che da subito si è scontrato con lungaggini amministrative e grovigli giuridici.

La posa della prima pietra della nuova struttura, in località Tredici, fu posta nel 2005 dall’allora sindaco Luigi Falco, ma la storia della costruzione inizia molto prima, con la firma del protocollo d’intesa per la realizzazione dell’ospedale nel maggio 1995, quattro anni dopo la pubblicazione del decreto che istitutiva la seconda Università degli Studi di Napoli e disponeva finanziamenti per edificare il nosocomio: 500 posti letto e strutture universitarie immerse nel verde per un totale di 250 metri quadrati; il finanziamento, interamente statale (Miur e Ministero della Salute) e regionale, valeva 410 miliardi delle vecchie lire.

“È giunto il tempo – hanno dichiarato gli onorevoli Cerreto e Cangiano – che si metta fine a questo scempio e che l’opera sia completata definitivamente. Non è più tollerabile considerare il Policlinico di Caserta come argomento da campagna elettorale quando poi la sanità campana e non solo, deve essere al primo posto dell’attenzione politica. Non abbiamo bisogno di cattedrali nel deserto ma di strutture che garantiscano posti letto, lavoro e servizi efficienti per i cittadini”.

Le istituzioni annunciavano il rispetto del cronoprogramma e fissavano il termine dei lavori al dicembre del 2008 ma, dopo un’odissea lunga 28 anni, il nosocomio non ha ancora visto la luce, tra ritardi, inadempienze e passaggi di cantiere; da ultimo, saltata la cessione al gruppo Cimolai, in grave crisi finanziaria, anche nel 2023 restano cupe le prospettive per il Policlinico di Caserta: ad oggi, come si apprende da fonti di stampa, si contano una trentina i lavoratori in servizio, tra operai e addetti amministrativi, mentre ne servirebbero almeno 200 e anche la data di fine 2022 per ultimare il blocco della didattica non è stata rispettata; ad oggi l’unica certezza è che il cantiere è fermo e incompleto e tutte le eloquenti esternazioni, sia da parte dell’Università, che di Regione e Comune circa il rispetto del cronoprogramma appaiono vacue e prive di qualunque fondamento; il Policlinico Universitario di Caserta, pur essenziale per una già operativa facoltà di Medicina e Chirurgia, è un monumento allo spreco di pubblico danaro, l’apoteosi della revisione continua dei prezzi e dei costi, il trionfo del groviglio inestricabile creato dalla burocrazia e dall’incapacità politica ed amministrativa, la vittoria dell’oblio e del disprezzo per le necessità sanitarie di un’intera provincia, che paga il prezzo enorme di essere tra le più penalizzate del Mezzogiorno d’Italia. Considerata la veridicità e gravità dei fatti, gli interroganti chiedono al Ministro la possibilità di sbloccare il cantiere nominando un Commissario ad axta di nomina governativa che rispetti il cronoprogramma dei lavori.

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Redazione

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