Abbattimento bunker Zagaria: così il boss sfuggì alla cattura per anni
Una portone in legno come se ne trovano tanti nei vicoli dei paesi, con accesso ad un villetta con pian terreno e primo piano mansardato dall’aspetto assolutamente ordinario, del tutto diversa da quelle superprotette da mura altissime tipiche dei boss dei Casalesi; eppure al suo interno, in un sofisticato bunker a scomparsa ricavato nel sotterraneo, un “bunker di ultima generazione” per usare le parole del pm anticamorra Catello Maresca, si nascondeva il superlatitante più ricercato della camorra casertana, Michele Zagaria.
La villa e il bunker domani “scompariranno”, il secondo tombato dai vigili del fuoco mentre l’abitazione andrà giù con le ruspe pagate dalla Regione, che consegneranno alla memoria storica quello che fu il covo di Zagaria.
Alle operazioni sarà presente anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi ove incontrerà anche i sindaci del circondario giudiziario di Napoli Nord – 19 comuni del Casertano e altrettanti del Napoletano – di cui fa parte anche lo stesso Comune di Casapesenna.
Era il 7 dicembre 2011 quando la Polizia, in particolare gli investigatori delle Squadre Mobili di Napoli e Caserta, fecero irruzione nella villetta della famiglia Inquieto, in via Mascagni a Casapesenna, comune di nascita di Zagaria e dei suoi familiari, dove ormai erano certi che vi fosse il capoclan. In varie occasioni precedenti gli investigatori furono vicini alla cattura, che era poi sempre sfumata.
Nel dicembre 2011 invece non sbagliarono i poliziotti, anche se dovettero sfondare varie parti di muro in diverse stanze, finchè sentirono la voce del boss: “Basta, non sfondate, sono qui. Mi arrendo” furono le parole concitate di Zagaria.
Il capo dei Casalesi, rappresentante dell’ala imprenditoriale del clan, poteva entrare nella villetta sovrastante degli Inquieto attraverso una scaletta che collegava il bunker sotterraneo con una piccola stanza dove c’era un congegno elettrico che permetteva di spostare il pavimento e a Zagaria di uscire da una botola. Gli inquirenti scoprirono poi un impianto elettrico di videosorveglianza.
La villetta degli Inquieto è stata sequestrata subito dopo la cattura di Zagaria e acquisita al patrimonio del Comune di Casapesenna, che avrebbe voluto utilizzarla mentre invece l’Agenzia dei Beni Confiscati era di diverso parere. Alla fine si è deciso di abbatterla perché abusiva e di farci un parco pubblico.
(ANSA)