Candelora, dall’inverno semo fora? Detti e curiosità

Finalmente gennaio è finito. Ci siamo lasciati alle spalle il giorno più triste dell’anno e quelli della merla, notoriamente i più freddi dell’anno.

Esiste però un altro giorno molto importante per capire che cosa ci riserverà il meteo: la Candelora, ossia il 2 febbraio.

Se in America ci si affida alla marmotta Phil, che ogni anno un questo giorno prevede, in modo non proprio scientifico, quanto manca all’arrivo della primavera, in Italia si ricorre a un metodo empirico decisamente più semplice.

COS’È LA CANDELORA

Il 2 di febbraio ricorre la presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme. La ricorrenza si celebra ogni anno a 40 giorni dal Natale, con una celebrazione liturgica al termine della quale vengono distribuite delle candele ai fedeli che vengono benedette, simbolo di Gesù che illumina i suoi discepoli. Durante la presentazione di Cristo al Tempio si narra infatti che Simone il Vecchio lo avrebbe riconosciuto come Messia affermando: sarai “luce per illuminare le genti”.

Questa celebrazione liturgica è molto sentita, soprattutto nel centro e sud Italia, e si intreccia con un triste episodio storico legato. Il 2 febbraio del 1703 la città di L’Aquila fu colpita da un forte terremoto (magnitudo momento di 6.7, X grado della scala Mercalli) alle 11 del mattino, che causò la morte di circa 10000 persone, moltissime delle quale furono colte di sorpresa nelle tante chiese sparse nel territorio della città, proprio durante la celebrazione della Candelora. Sembrerebbe che solo nella chiesa di San Domenico ci fossero 600 fedeli, che perirono a seguito del sisma.

CANDELORA E INVERNO, DETTI POPOLARI E ORIGINI

Alla celebrazione liturgica della Candelora sono legate tradizioni popolari e detti. Come per Santa Bibiana, Santa Barbara e per il 4 di aprile ciò che riserverà il meteo il 2 febbraio determinerà l’andamento metereologico dei mesi successivi.

Un antico detto in latino recita infatti: “Si Purificatio nivibus – Pasqua floribus. Si Purificatio floribus. Pasqua nivibus”, ossia se nevica alla Candelora, farà bel tempo a Pasqua. Viceversa se il 2 febbraio dovessero sbocciare i fiori, a Pasqua nevicherà. Detto che coincide con il più celebre: “Per la santa Candelora, se nevica o se plora, dell’inverno siamo fora; ma se l’è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno”.

C’è però anche un altro proverbio, ricordato anche da Papa Giovanni Paolo II nel 1999 che recita il contrario: “Quando vien la Candelora, de l’inverno semo fora”. Il detto prosegue così:  “ma se piove e tira vento, dell’inverno semo dentro”.

(Dire)

Redazione

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