Allo STIR di SMCV: dalla frazione secca tritovagliata ai polimeri da riciclare
La Provincia di Caserta, con decreto monocratico n. 34, ha approvato, in mera linea tecnica, il progetto definitivo dei lavori di revamping dell’impianto S.T.I.R. di Santa Maria Capua Vetere, al fine di valorizzare la frazione secca tritovagliata (FST) e produrre polimeri secchi da riciclare.
Il progetto definitivo, il cui costo complessivo è di 18 milioni e 990 mila euro, è stato elaborato dalla Gisec Spa, di cui socio unico è la Provincia di Caserta, e sarà interamente finanziato dalla Regione Campania.
L’Accordo Smart Green S.T.I.R., di cui è artefice la Regione Campania, si propone la riconversione verde e digitale attraverso il potenziamento tecnologico degli impianti S.T.I.R. L’intervento in programma, in sostanza, consentirà di valorizzare la frazione secca tritovagliata e produrre polimeri che possono essere riciclati, riducendo nel contempo la quota di conferimento destinata al termovalorizzatore ed alla discarica, in applicazione del programma di sviluppo sostenibile, fondato sul principio dell’economia verde e circolare nel settore dei rifiuti, che la Regione Campania sta implementando. Si ridurranno, pertanto, sia l’impatto delle lavorazioni sull’ambiente sia le immissioni di Co2 nell’atmosfera.
“Questa specifica tipologia di intervento tecnico – ha dichiarato il presidente della Provincia di Caserta, Giorgio Magliocca – migliorerà non solo la prestazione dell’impianto, garantendo un maggior livello di protezione sul fronte della salvaguardia ambientale ma ridurrà nel contempo anche i costi complessivi e rientra nella politica di attenzione, di rispetto, di tutela dell’ambiente che stiamo portando avanti da tempo. Dobbiamo avvicinarci sempre più ai canoni, ai principi di quell’economia, giustamente definita verde e sostenibile, di cui abbiamo certamente bisogno.
Dobbiamo, in sostanza, sempre più ripensare in generale – ha concluso – a come valorizzare ciò che abbiamo, a come utilizzare nel miglior modo possibile le nostre risorse, ad imparare a produrre per la società beni, prodotti e servizi avendo sempre come obiettivo principale la salute umana e la sicurezza del nostro ambiente, del nostro territorio”.
“Questo intervento di ammodernamento tecnologico dello S.T.I.R. – ha sottolineato il dirigente dell’Ecologia, Giovanni Solino – non solo servirà a ridurre il quantitativo di frazione secca da destinare al termovalorizzatore ma determinerà in più una riduzione dei costi, in quanto i polimeri che si riescono a recuperare saranno opportunamente valorizzati. Vi sarà un notevole risparmio di risorse economiche; in 4/5 anni, infatti, il costo complessivo del processo sarà ammortizzato ed il procedimento di lavorazione sarà più green”.