(VIDEO) Aversa. via Massimiliano Nestovito, impegno non mantenuto dal sindaco Golia
CHI ERA MASSIMILIANO NESTOVITO
Massimiliano Nestovito, giovane di Aversa, studente di Economia e Commercio ucciso dal suo migliore amico dopo una partita di calcetto. Gennaio 1998. L’appuntamento al campo di Parete viene fissato all’ultimo momento. In campo i due amici giocano insieme ma perdono. La sconfitta brucia. Massimiliano e Rosario, sotto la doccia degli spogliatoi, cominciano a litigare. Dalle parole ai fatti. Uno dei due sferra un pugno all’amico, l’altro non perde tempo a rispondere. Sono gli amici e compagni di squadra a separare Massimiliano e Rosario.
Per Massimiliano è tutto già dimenticato. Lo studente si riveste, va all’appuntamento con la sua “comitiva” in via Raffaello, ad Aversa. Un ritrovo abituale, ci sono tanti giovani in strada anche se è quasi mezzanotte. Poco dopo riappare Rosario. Si dirige verso l’amico tenendo una mano in tasca. Quando raggiunge il gruppo tira fuori la pistola. Punta l’arma contro Massimiliano. Pochi istanti, la strada si svuota. Rosario fissa negli occhi l’amico di sempre, spara due volte. Massimiliano crolla a terra, ferito alle gambe. Trova la forza di alzarsi, di reagire con una provocazione, forse è solo incredulità, amarissima: “Mo’ si si omm’ , fernesceme”, dice, se sei uomo, ammazzami. Rosario, come impazzito, ubbidisce a quella sorta di comando dettato. Spara gli altri quattro colpi della sua 7.65. Un proiettile entra nel fianco di Massimiliano, gli devasta un polmone. Il ragazzo è in agonia, Rosario è già lontano, improvvisato latitante senza un soldo in tasca.
La vicenda viene ricostruita con difficoltà dalla polizia, che risale al litigio successivo alla partita di calcetto indagando tra i ragazzi e tra gli stessi familiari dei due giovani, i genitori distrutti. Rosario non si trova, è sparito quando Massimiliano era ancora accasciato su un marciapiede di Aversa.
La corsa al Cardarelli ma dall’intervento chirurgico nona arrivano buone speranze.