Aversa. Un leccio dedicato ad Ernesto Rascato

Sono tornati a fare attività, questa volta senza la pretesa di riempire una piazza. I ragazzi del Fridays For Future di Aversa hanno piantumato una decina di arbusti tra lecci ed altre specie nel Parco Pozzi.

L’iniziativa, in collaborazione con l’associazione ambientale Fenice – ‘Crea, non distruggere’, è avvenuta lo scorso 3 marzo dove è stato deciso di dedicare un leccio, della famiglia delle querce, alla memoria di Enresto Rascato, importante libraio, militante politico ed attivista del territorio.

“È una narrativa nuova quella cominciata a raccontare dai Fridays – fanno sapere i ragazzi -: in una città sempre meno verde, e sempre più inquinata, dove l’assenza di piante ed alberi si fa sentire sempre più, in collaborazione con le attivisti e gli attivisti de La Fenice, hanno deciso di contro-narrare questo disastro”.

All’evento era presente anche Elena Caterino, assessore all’ambiente del Comune di Aversa, che non ha perso occasione per illustrare le peculiarità degli arbusti scelti dal movimento e dall’associazione.

“Aversa negli ultimi anni sta vivendo una delle sue crisi ambientali più critiche, ed i recenti fatti di cronaca non aiutano. Si trova ad essere uno dei centri è più grandi della Campania, ma con rapporto di metri di verde per abitante sempre più inferiore, e gli effetti si vedono sempre più: solo nei primi giorni dell’anno ha registrato per giorni consecutivi tassi di sforamento di emissioni di PM10. Ad aggravare le circostanze, poi, la speculazione edilizia che avanza sempre più, non soltanto in aree periferiche della città, ma anche in centro, come ha recentemente dimostrato il sequestro preventivo dei 19 appartamenti costruiti in Via Linguiti ad ad angolo con Via Guitmondo: una decontestualizzata costruzione in pieno centro storico che ha finito per occupare anche metri di demanio pubblico; e poi ancora i recenti lavori di costruzione in Via Santa Marta, cuore pulsante della memoria storia e medievale della città Normanna”.

“Questi fenomeni, in relazione ad un panorama nazionale caratterizzato da una forte siccità che sta mettendo a dura prova la resistenza dei territori italiani, e a livello globale di catastorfi, non fanno altro che accentuare le cause del movimento per il clima, che ancora una volta sente sempre più forte la responsabilità nei confronti delle generazioni che verranno. Le disuguaglianze sociali sono figlie, ancora una volta negli ultimi tempi, della crisi climatica, e dimostrano come diaspore e fughe di persone siano non solo un fatto politico, ma anche di sopravvivenza. i migranti climatici sono sempre più, come le motivazioni per lottare. Da qui, lo slogan adottato a livello nazionale dal movimento per il clima: “la nostra rabbia è energia rinnovabile”. Perché inesauribile, perché fonte di alimentazione per azioni, per fare sempre più, soprattutto in un periodo storico come l’attuale in Italia, dove negli ultimi mesi si è parlato tanto di crisi climatica grazie al movimento Ultima Generazione, ma le decisioni del Governo hanno dimostrato tutt’altra sensibilità, come dall’ultimo voto in Europa per il passagigo da auto termiche ad elettriche”.

Redazione

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