Figlia nell’Isis, negata la cittadinanza italiana al padre
Il Viminale ha negato la richiesta di cittadinanza italiana a Redouane Rehaily, cittadino di origine marocchine e regolarmente occupato in Italia, ma genitore di Meriem, fuggita da Arzergrande (Padova) a 19 anni per andare a combattere in Siria con lo Stato Islamico.
Lo ha riferito lo stesso Rehaily, in un’intervista ai quotidiani veneti del gruppo Gedi.
La decisione è stata confermata anche dal Tar del Lazio, cui l’uomo aveva fatto ricorso, motivando che il diniego è stato fatto “sulla base di elementi che non consentirebbero di escludere possibili pericoli per la sicurezza della Repubblica”.
Attualmente la sua condizione è di lungosoggiornante, dotato di Carta di soggiorno senza limiti rilasciata nel 2012, padre di famiglia, con lavoro e casa di proprietà. “Io non ho fatto niente – ha dichiarato l’operaio -. Ho sempre collaborato con i carabinieri, sono una brava persona e un onesto lavoratore. Questa è davvero un’ingiustizia”.
Meriem lasciò nel 2015 la famiglia e la scuola per arruolarsi nell’Isis; è stata avvistata nel 2018 nel campo di Roj in Siria, ed è stata condannata in contumacia a quattro anni per terrorismo. La richiesta di cittadinanza del padre è del 2017; il primo diniego è del 15 febbraio 2022. Redouane Rehaily non ha mai approvato la scelta della figlia né l’ideologia dell’Isis, e tantomeno azioni di terrorismo in Italia o nel resto dell’Occidente.
(ANSA)