No al cibo sintetico, Coldiretti regala salame e porchetta in piazza

Lo stop al cibo sintetico deciso dal Governo salva 580 miliardi di euro di valore della filiera agroalimentare nazionale, cibo è diventata la prima ricchezza dell’Italia nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crisi scatenata dalla guerra in Ucraina.

È quanto emerge dall’indagine della Coldiretti sui danni provocati dalla diffusione degli alimenti sintetici alla filiera agroalimentare Made in Italy diffusa in occasione del Cibus a Parma, con il blitz di centinaia di agricoltori che ieri hanno organizzato la distribuzione di salame, prosciutto, parmigiano e porchetta dopo la decisione dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni su proposta del ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare di schierarsi contro latte, bistecche e pesce creati in laboratorio.

“Il Made in Italy a tavola messo a rischio dalla diffusione del cibo sintetico- sottolinea Coldiretti- vale quasi un quarto del Pil nazionale e, dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio e 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che viene quotidianamente rifornisce i consumatori italiani di prodotti alimentari che nascono da una tradizione green millenaria legata ai territori. L’Italia può infatti contare su 5450 specialità tradizionali censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 526 vini Doc/Docg e Igt, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche e 25mila agriturismi”.

“Il Belpaese- continua la Coldiretti- è anche il primo produttore Ue di riso, grano duro e vino e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne”.

Carne, latte e pure il sushi: gli italiani il cibo in provetta non lo vogliono

Le provette a tavola sono bocciate senza appelli dall’84% degli italiani che si dichiara contrario all’idea di cibi prodotti in laboratorio, dalla carne al latte, dai formaggi al pesce, da sostituire a quelli coltivati in agricoltura. E non c’è solo la carne, di cui si è parlato molto in questi giorni. Perchè ci sono aziende in giro per l’Europa e nel mondo, che hanno in serbo altre ‘creazioni’: dal latte prodotto senza latte (e senza mucche) dell’israeliana Remilk ai bastoncini di pesce prodotti in laboratorio. E negli Stati Uniti si spingono oltre: è allo studio il sushi in provetta, ma anche il salmone e i gamberetti prodotti in laboratorio.

A lanciare l’allarme rilanciando il forte ‘no’ che arriva dagli italiani è la Coldiretti, soddisfatta per il no annunciato dal Governo Meloni alla possibilità di introdurre la carne sintetica. La Coldiretti rilancia il forte ‘no’ che arriva dagli cittadini ai cibi artificiali: le provette a tavola sono bocciate senza appelli dall’84% degli italiani, con un no preponderante per classi di età, titolo di studio, genere, area territoriale di residenza, livello di reddito. Del resto, la stessa Coldiretti ha raccolto, conto il cibo sintetico, mezzo milione di firme raccolte nell’ambito dell’iniziativa di Coldiretti, Campagna Amica, World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe e Filiera Italia. A preoccupare la Coldiretti è il fatto che i prodotti in provetta possano a breve diffondersi in Europa, “dove già quest’anno potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue”. Ma vediamo meglio quali sono le frontiere del cibo in provetta e cosa si sta studiando in Europa e in America, dove invece l’ok al cibo sintetico è ormai cosa fatta. E dove l’autorità alimentare americana Fda ha dato l’autorizzazione per il consumo umano ai filetti di ‘pollo’ creati in laboratorio dalla Upside Foods, azienda statunitense finanziata da big della finanza mondiale come Bill Gates, Richard Branson e il fratello di Elon Musk.

IL LATTE SINTETICO SENZA MUCCHE

Ma non c’è solo la bistecca in provetta. La multinazionale israeliana Remilk, spiega la Coldiretti, vuole poi aprire una fabbrica chimica in Danimarca per la produzione di latte sintetico realizzato in laboratorio senza mucche. Il “prodotto” della start up israeliana usa il gene responsabile della produzione delle proteine del latte nelle mucche, lo mette in coltura dentro un lievito che viene poi inserito nei fermentatori, dove si moltiplica rapidamente e produce proteine del latte che vengono poi combinate con vitamine, minerali, grassi e zuccheri non animali per formare i latticini sintetici”.

BASTONCINI FATTI IN LABORATORI E SUSHI IN PROVETTA

In Germania vengono prodotti bastoncini di sostanza ittica coltivati in vitro “senza aver mai neppure visto il mare”, ricorda Coldiretti, mentre negli Usa, con un’abile strategia di marketing, si stanno buttando sul sushi in provetta. La società tedesca Bluu Seafood impegnata nel progetto promette di ricreare in laboratorio la carne di salmone atlantico, trota iridea e carpa partendo da cellule coltivate e arricchite di proteine vegetali. Per ora, riferisce ancora Coldiretti, in Germania si punta alla realizzazione di prodotti come bastoncini e polpette facendo biopsie ai pesci e creando masse di cellule autoriproduttive da confezionare poi per il consumo umano. “Un business non indifferente se si considera che a livello globale ogni persona consuma oltre 20 chili di pesce vero all’anno, mentre gli italiani ne mangiano circa 28 chili pro capite, sopra la media europea che è di 25 chilogrammi”.

L’ULTIMA FRONTIERA: SALMONE E GAMBERETTI IN PROVETTA

Ma al lavoro, fra provette e laboratori, non ci sono solo i tedeschi della Bluu Seafood. Negli Stati Uniti, racconta ancora Coldiretti, il colosso Nomad Foods, proprietario tra gli altri del marchio Findus Italia, ha firmato un accordo con la start-up californiana BlueNalu per studiare il lancio di pesce da colture cellulari, mentre la Wildtype di San Francisco ha raccolto capitali per 100 milioni di dollari per sviluppare un sushi da salmone coltivato in laboratorio programmando l’eventuale distribuzione tramite accordi con Snowfox, che gestisce una catena di sushi bar con 1.230 punti vendita negli Stati Uniti e con Pokéworks, che gestisce 65 ristoranti di poke, mentre in Corea del Sud la CellMeat sta lavorando sui gamberetti in provetta.

(Dire)

 

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