Quando cambiare un materasso vecchio: i ‘segnali’ da non sottovalutare

Il riposo notturno, a differenza di quanto si possa pensare, è una fase fisiologica ‘attiva’, durante la quale l’organismo recupera le energie profuse durante il giorno e mette in atto una serie di processi essenziali per conservare determinate funzionalità.

Da ciò si può intuire quanto sia più importante dormire ‘bene’ anziché ‘tanto’, soprattutto per gli equilibri fisiologici e il benessere psicofisico dell’individuo.

Uno degli aspetti che maggiormente incide sul benessere del riposo notturno è la qualità del materasso; un supporto logoro, che ha perso molte delle proprie caratteristiche originarie, oltre a non garantire alcun beneficio può risultare persino dannoso. In frangenti di questo tipo è quindi bene valutare la sostituzione del materasso con un modello nuovo e tecnologicamente più avanzato.

Ma come capire quando è giunto il momento di acquistare un materasso nuovo? Basta fare attenzione ad alcuni ‘sintomi’ che caratterizzano i supporti scadenti o semplicemente logorati da un utilizzo costante. Di seguito vediamo quali sono.

Fastidi e dolori al risveglio

Dormire su un materasso di cattiva qualità condiziona il riposo e si ripercuote anzitutto sul ristoro fisico. Se al mattino ci si risveglia con il torcicollo, le spalle indolenzite e dolori articolari, è probabile che il supporto non sia più in grado di offrire un sostegno uniforme alle strutture ergonomiche; di conseguenza, la postura assunta durante il sonno mette sotto stress alcune zone del corpo, provocando sovraccarico o, nei casi peggiori, infiammazione a livello locale.

Cedimento o deformazione

A seconda del tipo di imbottitura o molleggio, i materassi tendono a ‘cedere’, deformandosi in corrispondenza delle zone maggiormente sottoposte a sollecitazione costante. Il caso esemplare è l’avvallamento che si crea al centro del letto dopo diversi anni di utilizzo continuato; non di rado, il cedimento non è localizzato in una sola zona del supporto ma interessa più punti, anche distanti tra loro. Ciò può capitare, ad esempio, nel caso in cui si trascorra molto tempo seduti al centro oppure ai piedi del letto; il supporto diventa irregolare e, di conseguenza, il sostegno alla colonna vertebrale risulta compromesso.

Ingiallimento e cattivo odore

I sistemi per il riposo più ‘vissuti’, anche se sottoposti a manutenzione costante, tendono ad assorbire gli umori corporei; di conseguenza, a lungo andare, tanto il rivestimento esterno quanto l’imbottitura al suo interno possono presentare macchie e aloni. L’esposizione ad agenti contaminanti, in aggiunta, può provocare ingiallimento o alterazione del colore originario del materasso; non è raro che questi sintomi siano accompagnati da cattivo odore, anche quando il supporto e il rivestimento vengono trattati o lavati per intero.

Invecchiamento

Non bisogna trascurare come i materassi, a prescindere dalla composizione dell’imbottitura, hanno una sorta di ‘scadenza’, ossia è consigliabile utilizzarli per un periodo limitato di tempo. In linea di principio, è bene non prolungare la ‘vita’ di un materasso oltre i dieci anni, benché sia opportuno valutare di rimpiazzarlo già dopo 6 o 7 anni.

Come scegliere il materasso nuovo

La scelta di un supporto per il riposo deve tener conto di diversi fattori; in particolare, è consigliabile tenere in considerazione le abitudini di riposo, la corporatura dell’utilizzatore e, nondimeno, le preferenze personali. I materassi in memory foam, da questo punto di vista, rappresentano una delle opzioni migliori, in quanto in grado di coniugare comfort, efficacia e salubrità.

Questo particolare materiale – una schiuma poliuretanica viscoelastica – si contraddistingue per le peculiari proprietà di deformazione elastica; se sottoposto a sollecitazione, il memory foam si adatta in maniera puntuale. Pertanto, quando ci si stende su un materasso con imbottitura in schiuma viscoelastica, il supporto si deforma seguendo la linea della colonna vertebrale e delle gambe, salvo poi riprendere il volume originario in pochi secondi dopo essersi alzati dal letto. Questa caratteristica agevola la qualità del riposo, anche per chi tende a dormire a pancia in giù oppure girato su di un fianco.

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Redazione

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