Carcere SMCV, ispettore preso a pugni
Un ispettore della polizia penitenziaria è stato preso a pugni da un detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Lo rende noto il Sinappe, sindacato nazionale autonomo della polizia penitenziaria, in un comunicato.
“Ieri, infatti, nel Reparto detentivo Nilo, un detenuto ristretto presso l’Articolazione di Salute Mentale della struttura samaritano, per futili motivi, ha aggredito con inaudita violenza l’ispettore del reparto detentivo. Per il poliziotto, attinto alla testa, si sono rese necessarie le cure mediche ospedaliere con una prognosi di 7 giorni.”
Il Segretario Generale Aggiunto del Si.N.A.P.Pe, Luigi Vargas e il Segretario Regionale, Pasquale Gallo, esprimono la loro vicinanza e solidarietà ai poliziotti penitenziari sammaritani, soprattutto in questo particolare momento storico, caratterizzato da una preoccupante carenza di personale: “ancora una volta ci troviamo di fronte ad un evento critico che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi. Non è concepibile che detenuti con patologie psichiatriche siano ancora ristretti presso istituti penitenziari, non specializzati né dotati delle professionalità sanitarie necessarie per gestire tali soggetti. Il nostro accorato appello giunga ai vertici amministrativi e all’esecutivo, affinché si giunga in tempi brevi a rinfoltire organici e risorse sempre più esigue. Ormai le aggressioni sono all’ordine del giorno e spesso i detenuti responsabili non vengono neanche trasferiti in altre sedi. Anzi il detenuto responsabile dell’aggressione è ancora ristretto in quel reparto. Chiediamo provvedimenti sanzionatori esemplari nei confronti dei detenuti violenti e facinorosi e trasferimento immediato proprio perché non si alimenti quel senso di impunità che sta compromettendo seriamente l’ordine e la sicurezza all’interno degli istituti penitenziari.
Non è più tempo di proclami. Bisogna agire in fretta con interventi concreti e risolutivi”.
“Questi sono i risultati dell’onda mediatica denigratoria contro la Polizia Penitenziaria che, in un attimo, ha capovolto la realtà. Il carcere non è solo rieducazione, ma è soprattutto sicurezza e certezza della pena. La sicurezza è il presupposto fondamentale affinché si possa garantire il dettato costituzionale. Purtroppo il corpo di Polizia Penitenziaria, deputato a garantire l’ordine e la sicurezza delle carceri, è stato gradualmente depotenziato e svilito del suo ruolo istituzionale, puntuale bersaglio dell’attenzione mediatica a senso unico. I poliziotti penitenziari sono sempre più disorientati e abbandonati da una politica che sembra disinteressarsi delle carceri che, di questo passo, saranno consegnate nelle mani della criminalità”.