‘Paolino Avella-Il ragno’, il secondo libro di Luciana Esposito

Il libro della giornalista Luciana Esposito, nonché amica e compagna di scuola di Paolino Avella, ricostruisce la sua storia e verrà presentato nel giorno del 20esimo anniversario della morte del 17enne, vittima innocente della criminalità

Si svolgerà presso l’auditorium del liceo scientifico statale “Salvatore Di Giacomo” di San Sebastiano al Vesuvio, il prossimo mercoledì 5 aprile, alle ore 11, la presentazione del libro “Paolino Avella-Il ragno” della giornalista Luciana Esposito, pubblicato dalla Iod edizioni.

Un libro che ripercorre la storia di Paolino Avella, studente della III D del liceo vesuviano, ucciso da due malviventi che lo intercettarono all’uscita di scuola per rubargli lo scooter. Paolino si oppose, innescando un inseguimento che terminò quando i due speronarono la ruota posteriore del suo scooter provocando la caduta del giovane, morto per la gravità delle lesioni riportate dagli organi interni nell’impatto con il marciapiede.

Era il 5 aprile del 2003: esattamente una settimana dopo Paolino avrebbe compiuto 18 anni.

Tutt’altro che casuale, quindi, la scelta della data di uscita del libro, la cui presentazione s’incastona in una lunga carrellata di iniziative che animeranno il “Paolino Day”, in programma il prossimo 5 aprile per commemorare quello che sarà per sempre uno studente del liceo e finalizzate a rilanciare la bellezza della vita attraverso performance sportive, artistiche e non solo.

Un libro che la giornalista Luciana Esposito ha scritto con un coinvolgimento diverso e più profondo, in virtù dell’amicizia che la legava a Paolino, suo compagno di scuola, tant’è vero che include anche la sua testimonianza, essendo stata una delle prime persone ad accorrere sul lungo dell’incidente.

Un approccio inevitabilmente meno distaccato, rispetto a quello che ha segnato la sua prima opera “Nell’inferno della camorra di Ponticelli-Napolitan”, ma che fornisce una ricostruzione completa e precisa della vicenda, impreziosita dai ricordi e dalle testimonianze dei docenti e dei compagni di scuola di Paolino e che ripercorre anche gli eventi salienti che si sono alternati nel corso dei vent’anni trascorsi da quel tragico 5 aprile 2003, senza tralasciare l’analisi attenta e puntuale dello scenario camorristico che si respirava all’ombra del Vesuvio in quegli anni, dal quale trapela una suggestione inquietante: Paolino potrebbe non essere stato vittima di “una banale” rapina finita male.

Dalla prefazione di Alfredo Avella

[…] Paolino era un ragazzo come tanti altri, sicuramente esuberante, amante degli amici, viveva per loro e con loro.

Dopo la sua morte ho scoperto tante cose di lui sotto quest’aspetto. Per lui gli amici erano tutto e i suoi amici hanno ricambiato quel sentimento, lo hanno dimostrato non lasciandolo mai solo. Gli amici del liceo erano accanto a lui mentre era riverso al suolo, forse già esanime. I suoi amici si precipitarono in ospedale per avere sue notizie. Nei giorni successivi, l’intera comunità ha dimostrato affetto e amicizia a Paolino, popolando le strade di San Sebastiano al Vesuvio per dare luogo a una storica protesta civile. Una rivolta pacifica e fortemente sentita che tuttora mi commuove. Questa è stata la spinta che ha fatto partire il mio impegno. Con i ragazzi della scuola media e del liceo che Paolino frequentava è nata la Onlus che porta il suo nome.

[…] Dopo la morte di mio figlio, per me è iniziato un viaggio, un percorso che mi ha portato a conoscere tante persone.

Con i parenti delle vittime nei cui cuori gronda il mio stesso dolore sentimmo la necessità di continuare, di fare rete, di non fermarci a un’unica associazione intitolata alla memoria dei nostri cari, così ci siamo uniti e abbiamo fondato il coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità che ci ha aiutato a fare i conti con il dolore. Fare memoria è una cosa importantissima per fare in modo che il tempo non cancelli tutto. Il tempo è inesorabile, è un grande nemico. Non è vero che è galantuomo, non è vero. Cerca di cancellare tutto e bisogna evitarlo nel modo più assoluto. Fare memoria significa anche questo. Per questo non smetterò mai di lanciare un appello: non dimenticate mai mio figlio Paolino, ucciso all’alba dei diciotto anni per un motorino.

La collana Cronisti scalzi

Paolino Avella-Il ragno di Luciana Esposito è il 20°libro della collana Cronisti scalzi, dedicata alla memoria di Giancarlo Siani, il giovane giornalista napoletano ucciso dalla camorra il 23 settembre del 1985. La nuova collana della Iod edizioni ha l’ambizione di dare spazio, insieme ad autorevoli voci del giornalismo d’inchiesta, a quei giovani giornalisti precari, che continuano a essere presenti sul posto a piedi scalzi, e che conservano la memoria, lo stile e il metodo di Giancarlo Siani, definito  da Erri De Luca «cronista scalzo»: «Giancarlo Siani non aspettava le notizie per riportarle, ma cercava il meccanismo sanguinoso che le produceva.»

Siamo convinti che oggi, più che mai, sia necessaria una nuova generazione di cronisti che sappiano vivere, con la mente e con il cuore, i quartieri, i vicoli e le piazze delle periferie degradate, per raccontare con passione i fatti e i volti delle persone che ogni giorno si impegnano per costruire nel loro piccolo una chiara e consapevole alternativa al degrado sociale e allo strapotere dei clan delle mafie.

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Redazione

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