Scudetto, il Napoli non aspetta l’aritmetica: notte di festa in città
La festa in campo, al gol di Raspadori. La festa in tribuna allo Stadium. La festa dentro lo Stadium, negli spogliatoi. La festa in aereo. La festa all’atterraggio, a Capodichino.
La festa in corteo, con gli scooter dietro il bus del Napoli che torna a casa. E infine la festa della notte nelle strade, i clacson, i botti, lo sciame delle auto, le urla, i canti, i cori, le piazze.
La festa che non aspetta l’aritmetica (quella arriverà solo a pranzo domenica, alla peggio nel successivo turno infrasettimanale). La festa che non aspetta la festa organizzata. Lo scudetto era già a Napoli da un po’, dopo la vittoria in casa della Juventus l’attesa è diventata ridondante. Festa per l’1-0 nel recupero, festa per il tricolore già praticamente vinto. Deborda, tracima, non si trattiene. Alcuni dicono che è la festa della liberazione sportiva.
La città si risveglia che è lunedì, in mezzo ad un ponte. Dall’altra parte però non c’è il 25 aprile, c’è il 30: il possibile, probabile, vero dì di festa. Sui social è rintracciabile l’intero catalogo della notte in strada, della squadra che saltella prima della doccia, di Osimhen in canottiera sul tetto del bus.
Chi c’è punta lo smartphone: una diretta continua con mille fonti. Raccontano tutte la stessa storia: una gallery di felicità in tempo reale, ognuno la sua. A registrare l’anteprima dello scudetto che manca da 33 anni: servono feticci per il futuro, per non rimpiangere più il passato. L’ufficialità, resta da appuntarsi solo quella.
(Dire)