Brucellosi, allevatori in presidio anche alla stazione ferroviaria

Si allarga la protesta degli allevatori bufalini del Casertano, che da ieri stanno effettuando un blocco con i trattori sulla statale Domiziana tra i comuni del litorale domizio di Castel Volturno e Mondragone.

Dopo il presidio alla Rotonda dell’Agnena sulla Via Appia che prosegue ad oltranza, è un ulteriore segnale dell’iniziativa sul territorio che si replicherà ancora nei prossimi giorni in modo da coinvolgere diversi gruppi di allevatori sul territorio in attesa di capire quali saranno le risposte alla richiesta posta con chiarezza: l’apertura di un tavolo presso la Prefettura di Caserta alla presenza del Governo Nazionale e della Regione Campania per concordare come dare seguito all’odg approvato da tutto il Parlamento Nazionale e fatto proprio dal Governo Nazionale che indica come superare il fallimentare Piano della Regione Campania voluto dalla Task Force Regionale.

Da stamani una decina di mezzi agricoli si è posizionata anche all’esterno della stazione ferroviaria di Villa Literno.

Ai presidi su strada si è aggiunto anche lo sciopero della fame iniziato ieri da Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento Unitario delle associazioni bufaline che da oltre un anno chiedono il ritiro del piano della Regione Campania di eradicazione della brucellosi e della Tbc bufaline.

“Ora è il tempo delle risposte, della responsabilità e della ragionevolezza delle istituzioni. La situazione è ormai chiara, come chiaro a tutti è che questo Piano irresponsabile va cambiato e ogni giorno che passa senza risposte provoca danni al territorio che corrono il rischio di essere irreparabili – ha sostenuto Fabbris, rivolgendosi agli allevatori -. La fermezza e la dignità con cui state sostenendo da diciotto mesi le ragioni vostre e di tutto il territorio vi fa onore e merita il rispetto delle istituzioni chiamate a mostrare il volto della ragionevolezza dopo anni di pugno duro che ha prodotto solo disastri e fallimenti. Ora non è più il tempo degli eserciti e dei generali ma quello delle soluzioni e del coinvolgimento del territorio, delle comunità e degli allevatori chiamati a svolgere quella funzione piena di protagonismo responsabile che non solo le leggi e la costituzione ma il buon senso pretendono”.

“Faccio appello agli allevatori alla calma ed alla serenità figlie delle ragioni che avete saputo coltivare e difendere in questi mesi nel lavoro delle vostre stalle e nell’impegno della mobilitazione. Evitate ogni provocazione che può venire (come già sta avvenendo) da un mondo che sta morendo sconfitto dalle vostre ragioni, da coloro che pensano di avere ruolo in nome di atti amministrativi vuoti e colpevoli. Il Coordinamento Unitario è impegnato (con tutte le realtà che lo compongono) a garantire con la trasparenza la tenuta democratica del percorso e lo svolgimento della mobilitazione sindacale che (piaccia o non piaccia) è garantita dalla Costituzione e che chiama tutti al rispetto. Per questo dalla sera del 2 maggio ho iniziato lo sciopero della fame: per sostenere le vostre richieste. Contro la logica militaresca che in questi dieci anni ha fallito, camminiamo uniti come ci hanno insegnato i padri della Non Violenza come Gandhi: avanti senza piegare la testa ma determinati nel rispetto della democrazia, delle ragioni delle nostre comunità e della non violenza”.

Fabbris già aveva realizzato uno sciopero della fame lo scorso anno tra maggio e giugno.

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Redazione

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