Detenuti in rivolta: minacciano il personale con l’olio bollente

Sono tutti rientrati nelle loro stanze i detenuti protagonisti della rivolta nel carcere di Avellino, nella frazione di Bellizzi del capoluogo irpinosi.

E’ quanto si apprende da fonti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, secondo cui la protesta avrebbe coinvolto in tutto una ventina di reclusi.

A seguito della rivolta in cui i detenuti comuni, ristretti nella prima sezione al primo piano della casa circondariale, si sono asserragliati all’interno del carcere di Avellino dopo aver distrutto suppellettili e arredi, le forze dell’ordine hanno circondato in tutto il suo perimetro il carcere e hanno avviato, insieme con la direttrice dell’istituto, Concetta Felaco, delle trattative con i detenuti per convincerli a desistere dalla protesta.

La causa della rivolta sarebbe una punizione per motivi disciplinari inflitta ad un detenuto della stessa sezione. Già ieri si erano verificate nel carcere alcune aggressioni contro agenti e contro il medico del penitenziario e i sindacati avevano rinnovato la richiesta al Dap di inviare ad Avellino un contingente dei reparti speciale del Gom per ristabilire “l’ordine interno da tempo messo in discussione e garantire la sicurezza del personale”.

Olio bollente contro la polizia

“Un intero Reparto detentivo, quello dei “comuni” – ala A e B -, sotto il pieno controllo dei detenuti, che si stanno organizzando con olio bollente ed altro materiale atto ad offendere e pronto ad essere usato contro il personale di Polizia Penitenziaria”.

Le associazioni sindacali

Il segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria descrive così la situazione: “Da mesi, settimane, giorni denunciamo che il carcere è da tempo fuori controllo, e il Sappe proprio ieri era tornato a chiedere ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria l’assegnazione urgente e straordinaria di un contingente del Gruppo Operativo Mobile (Gom) della Polizia Penitenziaria per fronteggiare le criticità operative del Reparto irpino, denunciate dal Sindacato in più occasioni e testimoniate anche dalla crescita esponenziale degli eventi critici tra le sbarre”. “Il tempo delle chiacchiere è finito e questa è la pericolosissima situazione che stanno vivendo i colleghi nel carcere di Avellino”, aggiunge. L’appello del Sappe al Ministro della Giustizia Nordio ed al Capo del Dap Russo è “assumere con urgenza provvedimenti straordinari per fronteggiare la situazione in atto e dare concreto supporto del personale della Casa circondariale. Ministero della Giustizia e Dap raccolgano i reiterati appelli del Sappe ad incrementare l’organico del carcere per meglio organizzare l’operatività del personale. Si dia concretamente da fare per predisporre ogni utile intervento a tutela dei poliziotti e degli altri operatori penitenziari. La richiesta di inviare a Avellino personale del Gom va in questa direzione”.

Avevano già segnalato la situazione precaria nel carcere di Avellino e avevano rinnovato la richiesta al Dap di inviare ad Avellino un contingente dei reparti speciale del Gom per ristabilire l’ordine interno da tempo messo in discussione e garantire la sicurezza del personale.

“Sembra – spiega Orlando Scocca, FP CGIL Campania per la Polizia Penitenziariache la scintilla che abbia scatenato i detenuti sia la contestazione da parte degli Agenti di Polizia Penitenziaria di alcuni provvedimenti disciplinari nei confronti dei detenuti che nei giorni scorsi hanno aggredito il personale penitenziario e danneggiato alcune celle e l’infermeria. L’ultimo evento proprio ieri quando un detenuto ha tenuto in ostaggio il dirigente medico in servizio nel penitenziario mentre un altro feriva due Poliziotti in un’altra ala del carcere”. Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria: “Denunciamo l’inerzia del Ministro e del Capo DAP dei quali, per altro non abbiamo notizia delle loro iniziative praticamente da quando si sono insediati se non un discorso di Giovanni Russo sui propositi che intendeva realizzare. Ci auguriamo che la rivolta rientri al più presto senza alcun altro ferito”.

Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio, rispettivamente presidente e segretario regionale del sindacato di polizia penitenziaria Uspp in una nota sottolineano come “I poliziotti penitenziari della Campania sono in uno stato di abbandono ed è inaccettabile l’inerzia dei vertici dell’amministrazione rispetto alle nefaste condizioni lavorative del personale: più volte abbiamo denunciato la situazione del carcere di Avellino dove oltre al sovraffollamento mancano 60 agenti dalla pianta organica“. “Troppi infatti – proseguono i due sindacalisti – sono gli eventi critici verificatesi negli istituti di pena: più volte abbiamo denunciato l’emergenza e il silenzio assordante di cui spesso vengono lasciati gli agenti. Sono loro gli unici a pagare lo stato di abbandono delle carceri”. Il sindacato Uspp chiede “un protocollo operativo di intervento al personale di polizia penitenziaria chiamato a fronteggiare quotidianamente la situazione di emergenza con poche unità, mezzi e modalità di intervento”.

(Ansa)

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