(VIDEO) Brucellosi, un pomeriggio con gli allevatori che bloccano la Domiziana
Una Domiziana senza auto, a tratti ci è sembrata quasi una strada fantasma. Così è apparso ai nostri occhi il tratto di arteria litoranea che va dal grattacielo dell’ex Idac Food alla rotatoria sull’Agnena dove persiste da 3 giorni il presidio degli allevatori che hanno bloccato la suddetta via di comunicazione al fine di richiamare l’attenzione delle istituzioni regionali e provinciali per ottenere l’apertura di un tavolo di confronto su quello che è il piano anti-brucella della discordia.
Non è stato facile giungere al gazebo messo su dal coordinamento unitario degli allevatori, in quanto l’area è presidiata da meticolosi controlli delle forze dell’ordine. Nel contempo dopo una serie di verifiche da parte dei militari dell’Arma e degli agenti della Questura si è riusciti a passare.
Giunti alla rotatoria della Domitiana sull’Agnena abbiamo trovato Gianni Fabbris, portavoce degli allevatori e del movimento Agricoltura, seduto sotto il gazebo, attorniato dagli imprenditori di questo comparto.
Con l’aria un po’ stanca, ma non per questo arrendevole, non si è tirato indietro rispetto alla proposta di un’intervista per fare il punto della situazione. In effetti gli allevatori casertani hanno bisogno dello spazio mediatico e di chi gli dà voce, in quanto nelle ultime ore il gruppo facebook degli allevatori è stato “limitato”.
Nel contempo si può scrivere tranquillamente che i presidi di protesta degli allevatori stanno aumentando in provincia di Caserta (ieri erano 4 ma potrebbe essere allestito il quinto nelle prossime ore) e che il coordinamento unitario degli allevatori non intende mollare assolutamente, nonostante il fatto che dalla Prefettura di Caserta non siano giunte, ancora, notizie positive riguardo la volontà da parte di Palazzo Santa Lucia di avviare il tavolo di confronto con gli esponenti di tale categoria. Pertanto i presidi continueranno a sussistere anche nei prossimi giorni e ce lo ha fatto capire Fabbris quando ha sottolineato con un sorriso: “Non ti preoccupare per le mie condizioni di salute, io riesco a resistere anche per 14 giorni di sciopero della fame”.
Subito dopo: “Non ci muoviamo di qui e non molleremo finché le istituzioni non risponderanno alla nostra precisa richiesta, quello del tavolo tecnico-istituzionale”.
Poi alla domanda specifica sul commissariamento con un paventato intervento del Governo e del ministero delle politiche agricole, lo stesso Fabbris ha precisato: “Noi chiediamo il commissariamento. Chiariamo, la Regione Campania, quando noi proponemmo l’apertura di un tavolo di confronto, diede, invece, mandato ad un commissario ad Acta per imporre ed attuare l’attuale piano anti-brucella. Costui non può cambiare il suddetto programma di radicazione della brucellosi, ma ha solo la facoltà, concessa sempre dalla Regione, di attuarlo. Il piano – a detta di Fabbris – comunque crea danni e problemi. Noi, invece abbiamo chiesto un commissariamento come avvenne nel 2007 ad opera del Governo Prodi e 2 mesi dopo Berlusconi, secondo la legge di Protezione Civile, in base alle regole internazionali dell’Oie e comunitarie. Quel piano fu un grande successo”.
Nel contempo sempre Fabbris ha rilanciato, pure l’istanza che la Task Force nominata dalla Regione per l’attuazione del piano antibrucella “deve dare conto e rispondere di ciò che ha fatto. È arrivato il tempo che la politica, la società e le istituzioni chiedano il conto a questi signori che hanno ideato e gestito il piano”.
Sul fronte disagi vissuti dagli automobilisti e dai residenti del litorale Domizio, poi: “Gli allevatori chiedono scusa ai cittadini essendo consapevoli che creiamo disagio. La mobilitazione non è contro di loro. Comunque, chiunque ha avuto o ha un problema di qualsiasi tipo, soprattutto a livello sanitario, può passare. Basta chiedere agli uomini delle forze dell’ordine disposte lungo il perimetro del presidio. Anzi invito i residenti di Mondragone, Castel Volturno e del litorale a scrivere ai sindaci, ai politici locali e fare arrivare messaggi alla Regione Campania per chiedere l’apertura di questo tavolo con gli allevatori. Se poi non si vogliono sedere con noi cominciamo a preoccuparci e a sospettare. A noi non piace trasformare il nostro sciopero in una bagarre politica. Ma Governo e Regione devono ragionare sulle problematiche del nostro settore”.
di Massimiliano Ive