(VIDEO) Maltempo, il cambio di mentalità: pulire i tombini intasati
Per chi gioca (pulito) con le parole e ha il privilegio di raccontare ciò che vede, come noi cronisti, lo slogan è semplice: cambiare mentalità contro il cambiamento climatico.
Come mostrano queste immagini, girate stamane per strada nel bolognese, anche se queste ore sono dominate da immagini impressionanti, si tratta di soffermarsi su piccole cose, piccole solo all’apparenza.
Come pulire un tombino intasato. L’acqua porta sempre con sé ciò che raccoglie: fango e detriti. Le porta fino al primo ostacolo che incontra.
In questo caso le grate di chiusura delle caditoie, preziose alleate per il deflusso della pioggia, in grado di incanalare l’acqua nel sottosuolo e nelle condotte fognarie.
Se un tombino si intasa, l’acqua prosegue oltre. Se più tombini si intasano, l’acqua da rigagnolo può diventare un piccolo torrente.
Se tutti i tombini di una strada, specie se in discesa, non assorbono, l’acqua andrà a stagnare, e dunque ad allagare, la prima ansa utile. In questo specifico caso un incrocio stradale.
Il cittadino che passa e ha un attimo di tempo può riflettere sul gesto prezioso di cura di un tombino, che è un bene comune, perché ci preserva tutti da un allagamento. In generale la manutenzione di un tombino andrebbe affidata a specialisti dotati di mezzi più professionali di quelli usati da noi.
Ma forse basta meno: potrebbe coinvolgere squadre di volontari, o giovani in servizio civile, fino a diventare ispezione periodica, cioè un compito previsto e ricompreso nelle generali attività di manutenzione e prevenzione del territorio.
La strada è di tutti, il problema è di tutti. Qui ci abbiamo messo un robusto scarpone, e il gesto è davvero minimo. Può bastare un bastone, una scopa, una piccola pala. Estendere l’azione a tutti i passanti di tutte le strade (due tombini a testa?) sarebbe una piccola rivoluzione “dal basso”.
(Dire)