Minacciano Carabinieri e sfondano lunotto gazzella

Due persone che si trovavano la scorsa notte dinanzi ad un locale in una zona periferica di Bari si sono dapprima scagliate verbalmente contro una pattuglia di carabinieri che stava passando, minacciando di morte i militari accusandoli di essere responsabili della morte nei giorni scorsi del motociclista 27enne Christian Di Gioia, poi uno di loro ha sfondato a pugni il lunotto posteriore dell’auto di servizio.

Sono stati quindi arrestati e messi ai domiciliari.

Si tratta di due fratelli di 57 e 46 anni, entrambi con precedenti di polizia: sono accusati di minacce, resistenza e danneggiamento.

Il fatto, che rappresenta un ulteriore strascico delle accuse diffusesi sul web dopo la morte del giovane e il corteo di motociclisti che il giorno dei funerali ha accompagnato contromano il feretro dinanzi al carcere di Bari, è avvenuto in via Mazzitelli.

Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, il maggiore dei fratelli, dopo avere platealmente sbeffeggiato i militari del nucleo radiomobile di Bari che stavano passando in auto li ha minacciati di morte. Poco dopo si è avvicinato anche il fratello 46enne dell’uomo, che ha colpito a pugni il lunotto posteriore dell’autovettura di servizio, infrangendolo.

Entrambi, sono stati arrestati e sottoposti agli arresti domiciliari.

N.S.C. Puglia «Chiediamo la divulgazione del video che sappiamo scagionare i Carabinieri. Facciamola finita»

Ennesimo episodio di insulti, sfottò, intimidazioni all’indirizzo di una delle nostre gazzelle, ieri sera, sempre lì a Bari nel quartiere Japigia, dove sembra aver preso piede una ridicola presa di posizione in stile gomorra. «Che qualcuno vada a raccontargli che il noto film – che in questo caso fa da “cattiva maestra”, visto che ha generato emulazione nel corteo funebre – ha una cristallina morale da parte del regista: non si sopravvive nel feroce mondo criminale» torna così in argomento Nicola Magno del nuovo sindacato carabinieri Puglia il quale è in stretto contatto con i colleghi vittime di queste ingiustificate intimidazioni per dar loro soprattutto supporto.

«Tali episodi riconfermano che vi è una conclamata e paradossale criticità di sicurezza nelle strade di Bari, laddove, la parte marcia, si prende gioco dei servitori dello Stato, come se fossero al di sopra della legge, intoccabili. Il tema sicurezza e legalità resta una grande priorità colpa magari di decisioni non prese? Ciò deve far riflettere chi ha il potere di porre un freno a questa “campagna gomorriana”. Inutile negare che siamo spesso strumentalizzati e fatti passare come l’anello debole della catena – sottolinea Magno – c’è chi vorrebbe l’Esercito per le strade, in supporto alle forze dell’ordine ovviando così al problema della reale necessità invece, di rafforzare gli organici con uomini, donne e mezzi, ed uno sguardo all’impianto normativo che deve essere implementato da leggi adeguate anche per chi non si ferma all’alt. Fondamentale è la libertà d’azione palesemente ostaggio anche della riforma Cartabia. Sono in corso le indagini da parte della magistratura. Chiediamo loro risposte in tempi brevi e perché no, la divulgazione di quella parte delle immagini di videosorveglianza che scagiona senza ombra di dubbio un possibile coinvolgimento da parte di un qualsiasi mezzo soprattutto militare così come ribadito dagli investigatori».

Redazione

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