Pd, Schlein promette ‘exploit’ alle Europee
“Nel Pd i big, vecchi e nuovi, anche dopo le varie scoppole prese, un qualche posticino lo hanno ottenuto… solo Nicola Zingaretti, ex segretario nazionale, è rimasto a secco e per questo vorrebbe la presidenza della Fondazione Dem“. Ma della Fondazione parleremo dopo. Raccogliendo le voci degli esponenti delle varie anime del Pd, i virgolettati sono a questi riconducibili, alla fine esce fuori un ritrattino niente male del partito ora in mano a Elly Schlein. Che non avrà vita facile e nessuno sconto da tutti quelli che si stanno ricompattando.
Forse è proprio per questo, per cercare di limitare i danni delle sfrenate ambizioni dei singoli, che la segretaria ha lasciato i suoi liberi di propalare la buona novella: “Alle prossime elezioni europee il Pd prenderà il 30 per cento...”. Percentuale molto più alta del quasi 23% delle passate elezioni, un miracolo che se si realizzasse potrebbe placare la fame di posti. Se no saranno guai.
Solo guardando alla circoscrizione Centro già si possono immaginare i problemi che verranno. Bisogna per forza far correre il Commissario Gentiloni, e che metti a riposo un leader europeo? Vuol correre Zingaretti, e poi c’è Bonafoni – “che adesso coordina la segreteria ed è diventata potentissima, per ogni cosa si passa da lei… più di uno la paragona al Lotti di Renzi, quello dei momenti d’oro” – vuol correre pure lei addirittura come capolista davanti a Gentiloni; poi c’è il sindaco di Firenze Nardella, e quelli eletti una volta che vogliono il secondo giro, e poi la quota di donne da rispettare… per questo serve la formula magica del 30%, perché se si starà sotto il posto perso si trasformerà in aspra polemica interna, c’è da giurarci.
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(Dire)