Muore dopo una tac denti: le avvertenze dei dentisti
“C’è un albero decisionale anche in odontoiatria: intervista ed ascolto del paziente, quindi esame del cavo orale e degli annessi, rx endorale oppure ortopanoramica. Se necessaria per la diagnosi la tac è un esame rx più dettagliato e quello fatto con contrasto lo è ancora di più”. Così il presidente di Andi (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) Roma, il dottor Gilberto Triestino, interpellato dalla Dire in merito alla morte di Federica Borrometi, la donna di 44 anni, originaria di Napoli ma da tempo residente a Scicli, che al pronto soccorso ha perso la vita a causa di uno shock anafilattico accusato dopo essere stata sottoposta ad una Tac.
“L’allergia al mezzo di contrasto è però da prendersi sempre in considerazione e, se si decide di praticarla, i dati anamnestici devono escludere una simile possibilità in relazione alla storia clinica del paziente, con particolare riferimento ad eventuali altre sue forme di intolleranza a farmaci o allergeni. Sarà comunque l’autopsia ad individuare nello specifico le cause del decesso, che potrebbe essere anche una tragica fatalità“.
Le cause del decesso, da quanto si apprende, sono ancora tutte da accertare, ma con probabilità lo shock potrebbe essere stato causato dal mezzo di contrasto utilizzato nell’esame diagnostico. “In termini generali- ha proseguito Triestino- in caso di uso di mezzo di contrasto è auspicabile la presenza di un anestesista/rianimatore per un eventuale evento avverso. Sono certo comunque che i colleghi medici abbiano fatto ogni cosa secondo scienza e coscienza. Alla famiglia della donna va tutta la nostra solidarietà”.
Sotto il profilo sindacale, intanto, Andi Roma auspica già “da tempo la realizzazione di strutture stabili odontoiatriche all’interno dei dipartimenti di urgenza” e la nuova legge che equipara l’odontoiatria al medico specialista in odontoiatria “va in questa direzione”, ha concluso il presidente.
(Dire)