L’appello dei pediatri: “Vaccinate i bambini, l’Italia rischia nuove epidemie”
Il calo delle vaccinazioni pediatriche è davvero preoccupante ed è motivato da una serie di fattori. Il più grave è certamente riconducibile alla pandemia da Covid, che in molte famiglie ha portato a una demonizzazione dei vaccini. Tutto questo è un peccato, perché nella maggior parte dei casi si tratta di malattie prevenibili proprio grazie all’utilizzo dei vaccini. Se non si torna a vaccinare ai livelli pre Covid, l’Italia corre il rischio di sviluppare altre epidemie come quella del coronavirus“. A lanciare l’allarme è il presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale, Giuseppe Di Mauro.
Le parole rilasciate all’agenzia Dire da parte del numero uno della Sipps arrivano dopo che la Fondazione Gimbe ha evidenziato una riduzione generale delle coperture vaccinali pediatriche a livello nazionale. Nel 2020, rispetto al 2019, si è infatti osservata una diminuzione dell’anti-meningococco B (-2,68 punti percentuali), dell’anti-morbillo (-1,79 punti percentuali), dell’anti-pneumococco (-1,42 punti percentuali), dell’anti-poliomelite (-0,99 punti percentuali) e dell’anti-varicella (-0,22 punti percentuali).
Sul fronte delle coperture vaccinali nell’anno 2021, nessuna vaccinazione raggiunge i target, anche se si osserva una riduzione della variabilità nelle coperture: dal 70,4% per il vaccino anti-rotavirus al 94% per il vaccino anti-poliomielite.
“Fino alla comparsa della pandemia da Covid- continua Di Mauro- negli ultimi 20 anni avevamo raggiunto risultati eccezionali in termini di vaccinazioni. Purtroppo abbiamo sprecato tutto nel periodo compreso tra i primi mesi del 2020 e il 2023, che possono essere considerati gli anni peggiori nella storia delle vaccinazioni obbligatorie e raccomandate“.
Su quest’ultima categoria di vaccinazioni, il presidente della Sipps tiene a precisare che “si chiamano ‘raccomandate’ ma sono ugualmente importanti. Basti pensare all’anti-meningococco B, in grado di arginare gravi complicanze a livello neurologico, e all’anti-Papilloma virus, unico vaccino che previene un tumore, sia nei maschi che nelle femmine“.
Secondo il numero uno della Società italiana di pediatria preventiva e sociale è fondamentale che si cominci a vaccinare nello studio del pediatra, che deve essere coinvolto in prima persona. Per farlo sono necessari accordi regionali o aziendali che incentivino la collaborazione tra Centro vaccinale e pediatra di famiglia. “Il pediatra- afferma- ha il compito di informare le famiglie sull’importanza dei vaccini e voglio ribadire che noi non dobbiamo portare i bambini dove sono i vaccini ma dobbiamo vaccinare dove sono i bambini. Le vaccinazioni sono l’arma più potente che abbiamo a disposizione sul fronte della prevenzione. Siamo pronti a metterci a disposizione e aiutare nelle vaccinazioni dei piccoli all’interno dei Centri vaccinali o dei nostri ambulatori”.
“Questo, purtroppo, nel nostro Paese avviene solo a macchia di leopardo- ricorda- e sarebbe opportuno che tutte le regioni dessero questa opportunità alla pediatria di famiglia. È davvero l’unico modo per far risalire la fiducia nelle vaccinazioni da parte dei genitori e invertire la rotta di queste basse adesioni ai vaccini, che sono davvero pericolose”.
“E se è vero che tutto questo prevede costi aggiuntivi- tiene a precisare- è evidente che una simile collaborazione eviterebbe consumi di farmaci e ricoveri, senza considerare che si ammalerebbero molti meno bambini“.
Giuseppe Di Mauro lancia, infine, un appello alle famiglie. “Fidatevi dei consigli del vostro pediatra e ai vostri bambini fate tutti i vaccini possibili, non solo quelli obbligatori, ovvero quelli previsti nei primi due anni di vita, ma anche quelli cosiddetti ‘raccomandati’. I vaccini- conclude- sono sicuri, anzi sicurissimi“.
(Dire)