Suicida dopo annuncio su Fb, la figlia: “suoi appelli inascoltati”

“Centinaia di persone sul marciapiede e schiamazzi insopportabili fino a notte fonda: abbiamo chiamato più volte le forze dell’ordine, ci siamo rivolti alle istituzioni che ci hanno garantito aiuti e controlli ma poi non ci rispondevano nemmeno al telefono: siamo distrutti, mio padre era stremato dalla situazione di violenza psicologica del locale e dall’inerzia delle istituzioni”.

A parlare è Arianna Trimarchi, figlia di Paolo Trimarchi, il 61enne di Afragola (Napoli) che, secondo quanto riferisce la famiglia, adesso assistita dall’avvocato Sergio Pisani, si è tolto la vita esasperato da una diatriba con un commerciante.

Trimarchi, dopo avere annunciato il suicidio con un post su Facebook, si è tolto la vita impiccandosi.

Il suo corpo è stato trovato sabato scorso, nel negozio dove lavorava. Arianna ha anche diffuso in un video, girato dal padre, che documenta la condizione in cui la sua famiglia era costretta a vivere.

“So che anche il deputato Borrelli aveva inviato una lettera alla Polizia Municipale di Afragola chiedendo spiegazioni, – dice la donna – ma da quello che ho capito non ha mai avuto risposte. Dicono che questo signore abbia i permessi per occupazione suolo – prosegue – che sicuramente non prevedeva centinaia di persone sul marciapiede e per strada, bicchieri e bottiglie di vetro lasciate ovunque”.

“Ancora una volta Afragola teatro di una storia agghiacciante, la tragica morte di Paolo Trimarchi, ucciso dall’indifferenza totale delle istituzioni e dalla mancanza sempre più evidente di senso civico e rispetto delle regole di civile convivenza. Paolo chiedeva solo di poter vivere serenamente nella sua abitazione, lontano da schiamazzi notturni. Nessuno ha fatto niente, nonostante denunce e segnalazioni che anche noi avevamo sottoposto all’attenzione della Polizia Locale. Lo ha detto il deputato Francesco Emilio Borrelli con Salvatore Iavarone, coordinatore di Europa Verde dell’Area Nord di Napoli, che ha anche diffuso un video ripreso mesi fa dalla vittima (con la sua voce in sottofondo) che fa capire con quale realtà era costretto a convivere.

“Ancora adesso stiamo ricevendo diverse segnalazioni dei residenti, purtroppo ancora in forma anonima, che dicono che in quella strada non si dorme più, e che solo Trimarchi e la sua famiglia avevano avuto il coraggio di denunciare. Europa Verde sarà accanto alla famiglia per continuare la battaglia intrapresa da Paolo. Insisteremo affinchè la sera e la notte ci siano controlli e sanzioni per quei locali che non rispettano le regole. Al sindaco di Afragola chiediamo di fare subito chiarezza sulla mancanza di controlli e sulle mancate risposte di questi anni”.

“Siamo stati tra i pochi a scrivere e denunciare – hanno aggiunto Borrelli e Iavarone – giusto un anno fa, chiedevo più controlli da parte della Polizia Locale sugli eccessi della movida in quella strada. Purtroppo le nostre istanze sono rimaste inascoltate. Di fronte a questa tragedia vogliamo esprimere prima di tutto la nostra vicinanza alla famiglia di Paolo, e chiediamo che siano subito verificate eventuali responsabilità per questa tragica morte”.

“Lo scenario descritto e documentato dalla figlia con foto e video presenti anche sui social – commenta l’avvocato Pisani – è andato avanti per anni. Una vera e propria discoteca all’aperto. Mi chiedo come tutto ciò sia stato possibile. Un processo per disturbo al riposo (Trimarchi aveva denunciato il negoziante) per fatti del 2021 fissato per il 2026. Addirittura un adesivo sul camioncino del locale per augurargli la morte. Omissioni e comportamenti illeciti hanno fatto precipitare l’uomo in uno stato di sofferenza che lo ha indotto al suicidio”, conclude il legale.

(Ansa)

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Redazione

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