(VIDEO) Cagnolino tradisce il boss Cacciapuoti
Una caccia all’uomo durata mesi, conclusa poche ore fa in una sontuosa villa con piscina. Siamo a pochi passi dal litorale di Giugliano in Campania, nella frazione di Varcaturo.
E’ lì che i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno arrestato Luigi Cacciapuoti, 64enne a capo del clan che porta il suo cognome, operante nel comune di Villaricca.
Un fantasma dallo scorso febbraio, Cacciapuoti dovrà scontare 15 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso.
I militari lo hanno cercato a lungo, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia napoletana. Grazie a indagini tradizionali e tecniche, al monitoraggio dei social e dei movimenti finanziari sono riusciti a circoscrivere l’area dove il 64enne era verosimilmente nascosto.
LEGENDA VIDEO:
3,7 secondi: il cagnolino che ha “aiutato” i carabinieri 7,17 secondi: l’arrivo dei carabinieri, inizia il blitz. 24,24 secondi: dal lettino sul prato indicato dal cerchio rosso si alza una donna 31,10 secondi: particolari interno giardino 40,14 secondi: la freccia indica dove Cacciapuoti era posizionato. E’ nascosto alla vista da una pensilina 49,07 secondi: il lettino dove era steso CacciapuotiVarcaturo: ma il luogo preciso rimaneva ancora poco chiaro. Così hanno battuto ogni possibile pista, setacciando palmo a palmo tutta l’area.
Questo fino al giorno in cui un cagnolino e il fiuto degli investigatori hanno suggerito il suo nascondiglio.
Un cane bianco, un barboncino fedele amico di una donna – Piera Luongo – che incontrava Cacciapuoti. Era affacciato ad una finestra semichiusa di una grossa villa.
Un animale come tanti altri che, però, ha suscitato negli investigatori il sospetto che quello chalet fosse proprio il rifugio del latitante.
Così hanno pianificato il blitz e analizzato ogni possibile via di fuga. Studiando anche l’impianto fognario comunale che correva nel sottosuolo. Nulla è stato lasciato al caso. Poi l’ingresso, in forze. Tutte le uscite sono state bloccate, circondata la villa.
Cacciapuoti se n’è accorto quando i carabinieri erano ormai ad un passo da lui, sdraiato a bordo piscina mentre sfogliava un quotidiano. Giornale aperto su una pagina di cronaca della camorra di Ponticelli. Non ha opposto resistenza e le manette sono scattate ai suoi polsi.La villa è stata sequestrata e così i documenti di identità che il 64enne portava con sé: la sua foto ma i dati di un’altra persona.
L’uomo è ora è nel carcere di Secondigliano. Arrestata anche la donna in sua compagnia per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, aggravato dalle modalità mafiose. E’ stata portata nel carcere di Pozzuoli.
Dichiarazione MAGG.ANDREA CORATZA | Comandante del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna
La notizia è stata data dal ministro dell’Interno matteo Piantedosi, che si è complimentato per l’operazione condotta oggi dai carabinieri a Giugliano in Campania, nell’ambito di un’indagine coordinata dalla Dda di Napoli.
“Proseguono gli arresti di pericolosi latitanti, frutto delle capacità operative e dell’impegno delle donne e degli uomini delle forze dell’ordine, al lavoro ogni giorno, nei più diversi scenari, per garantire la sicurezza dei cittadini e l’ordine pubblico. A tutti loro va il mio ringraziamento”, ha detto Piantedosi.
Il clan ‘bicefalo’ Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca, comune dell’hinterland di Napoli, storicamente rientra (con quello Nuvoletta di Marano di Napoli e dei Casalesi) nel cartello camorristico denominato Nuova famiglia, collegato all’ala corleonese di Cosa Nostra e militarmente contrapposto alla Nco, capeggiata dal defunto Raffaele Cutolo. Con gli anni, poi, gli assetti e il modo di operare sono cambiati e il clan di Villaricca ha sempre più sviluppato la sua vocazione imprenditoriale, nel settore dell’edilizia, della ristorazione, della commercializzazione di generi alimentari e, in particolare, degli idrocarburi.
Un duro colpo al clan Ferrara-Cacciapuoti è stato assestato all’inizio dello scorso mese di giugno quando Carabinieri e Gdf, coordinati dalla Dda, hanno notificato 19 arresti. Il clan, è emerso, sviluppava un ricco volume d’affari, come dimostrato dal ‘business’ delle undici società sequestrate – 16 milioni all’anno – ma anche dall’alto tenore di vita degli affiliati.
Luigi Cacciapuoti è considerato elemento di vertice dell’organizzazione camorristica, che vantava ottimi rapporti, anche d’affari, con federazioni criminali di rango come l’Alleanza di Secondigliano e, come detto, il clan dei Casalesi.
Accanto all’imprenditoria il clan di Villaricca gestiva anche il traffico di droga, le estorsioni e aveva un’importante disponibilita’ di armi. Infatti se a occuparsi degli affari, hanno evidenziato le indagini, erano i Ferrara, ai Cacciapuoti invece era stata delegata l’ala militare.