Covid, Bassetti contrario al ritorno dei bollettini
Il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, nel corso di una conferenza stampa in Regione Liguria per fare il punto sull’andamento del covid, si p detto contrario del ‘ritorno’ dei bollettini.
“Ci abbiamo messo tre anni per liberarci di bollettino, mascherine e distanziamento, ora vogliamo tornarci? Credo sia bene evitare di continuare a fare i bollettini terrorizzanti, come chi chiede di tornare alle mascherine”.
“A chi interessa sapere quanti sono i positivi? A me, da medico, interessa zero. Interessa i giornali, le televisioni. Sapere chi ha un po’ di virus nel naso, senza sapere che cosa ha non interessa- aggiunge l’infettivologo- bisogna cambiare i parametri, a me interessa sapere chi sta male e oggi non sta male praticamente nessuno per il covid”.
INUTILE VACCINARE 60ENNE SANO CHE GIOCA A PADEL
“Sono un po’ perplesso sull’allargamento della fascia vaccinale a tutti gli over 60. Oggi è molto importante evitare dei 70enni e degli 80enni non vaccinati: qui dobbiamo arrivare a una copertura molto vicina al cento per cento”, sottolinea Bassetti.
“Ma un 60enne che gioca a padel ed è sano, anche no. Se non si vaccina un ottantenne, perdiamo tanto; se non si vaccinano dieci sessantenni sani, perdiamo poco. Dobbiamo fare molta attenzione alla fascia per cui si propone la vaccinazione”, spiega Bassetti.
“Spiace che la comunicazione un po’ cervellotica finirà per danneggiare la campagna vaccinale– aggiunge l’infettivologo- se con la quarta dose, nel 2022, si è vaccinato in Italia solo l’8%, credo che il prossimo autunno e inverno si vaccineranno anche meno persone. Questo continuo allarmismo sulle scuole, sui cittadini fa dubitare la gente dell’efficacia dei vaccini. Invece, si dovrebbe puntare con decisione sulle categorie più a rischio: uscire dalle categorie di massa e puntare ai grandi anziani e ai fragili”.
Per Bassetti, “dobbiamo azzerare tutto quello che c’è stato prima, quando abbiamo contato le vaccinazioni sulla base del numero di iniezioni fatte e di quante volte si è fatto il covid. E’ stato un errore comunicativo completo. Oggi si dice che si fa il richiamo annuale, come per l’antinfluenzale, con un vaccino aggiornato monovalente. Se diciamo richiamo annuale, è evidente che presumiamo che la durata della copertura sia tra i nove e i dodici mesi”.
COVID E SCUOLA, EVITARE RICHIAMO MASCHERINE E DISTANZIAMENTO
“Cerchiamo di evitare di tornare a momenti brutti: errori se ne sono fatti tanti e nella scuola è forse dove se ne sono fatti di più. Eviterei il richiamo a mascherine e misure di distanziamento. Sulla scuola si sono fatti tanti errori e spero che non se ne facciano più“, conclude il medico.
Covid, i medici rivogliono il bollettino
“I bollettini servono soprattutto per gli addetti ai lavori, perché conoscere come si muove il virus ci aiuta a comprendere cosa fare. Ma sono del parere che la trasparenza è sempre la cosa migliore: conoscere è meglio di insabbiare e più si conosce e meglio è. Quindi non credo che questi dati dovrebbero essere conosciuti solo da pochi“. Così all’agenzia Dire il presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), Filippo Anelli, a proposito di una maggiore diffusione dei bollettini sui casi Covid in Italia.
ANELLI: “SERVONO REGOLE CHIARE PER SCUOLE, OSPEDALI E RSA“
“Oggi non ci sono imposizioni di nessun genere, quindi senza isolamento obbligatorio il senso di responsabilità dei cittadini diventa la chiave di volta del sistema. Ma soprattutto nelle scuole e negli ospedali, così come nelle Rsa, il governo dovrebbe chiarire cosa fare“, spiega Anelli.
“Se positivi, i cittadini dovrebbero rimanere a casa, usare la mascherina ed evitare di infettare le persone più fragili. Il problema importante che si pone è quello di ospedali ed Rsa, dove oggi non è ben chiaro cosa può fare un positivo asintomatico: se sono un operatore socio-sanitario e sono positivo ma asintomatico, non ho obbligo di isolamento. Ma questo può significare un rischio di diffusione del virus nelle Rsa– ha spiegato Anelli all’agenzia Dire- è vero che questa variante del virus si ferma soprattutto nelle vie aeree superiori, ma noi medici abbiamo la necessità di comprendere come evolve questa situazione. Se la mortalità dovesse aumentare, a quel punto chiediamo al ministero di intervenire”.
In assenza di indicazioni definite, Anelli suggerisce comunque di adottare alcune misure, come ad esempio evitare la presenza in classe per gli studenti sintomatici (anche solo con raffreddore) e l’isolamento per i positivi che lavorano a contatto con soggetti fragili. “Oggi la valutazione è rimessa al senso di responsabilità dei cittadini, anche sul termine dell’isolamento: non è previsto un certificato, quindi si può rientrare anche se si hanno ancora i sintomi, perchè un raffreddore non rappresenta un’inabilità al lavoro. Ma secondo me c’è bisogno di indicazioni chiare, anche dall’Inps, soprattutto per la scuola e per chi lavora in ambienti sanitari”.
Attualmente, per il presidente della Fnomceo, la situazione è ancora sotto controllo. “Oggi il virus non ci spaventa, non abbiamo grandi numeri, ma siamo sempre preoccupati perchè la mortalità è in aumento. Parliamo sempre di numeri bassi, ma un aumento c’è, e per noi medici questo tema suscita sempre particolare attenzione”.
Covid, Schillaci: ‘Tra 15 giorni i nuovi vaccini’
Sulla possibilità che il vaccino anti-covid venga offerto a tutti e gratuitamente “ancora non ci abbiamo ragionato, ma tra 15 giorni avremo i vaccini nuovi”. Così il ministro della Salute Orazio Schillaci a margine dell’evento alla Camera ‘Natalità: work in progress’ rispondendo alle domande dei giornalisti.
Relativamente al covid e all’ambiente scolastico “siamo molto tranquilli – ha detto il ministro della Salute -: stiamo lavorando con il ministero dell’ Istruzione per tranquillizzare tutti. C’è stato un allarmismo forse esagerato su questo argomento”. Ieri, sul tema della prevenzione sanitaria a scuola, si è tenuto un tavolo tra i ministeri Salute e Istruzione.
Moderna: ‘Un vaccino bivalente Covid-influenza entro il 2025’
Entro il 2025 Moderna potrebbe rendere disponibile un unico vaccino contro Covid-19 e influenza stagionale. Lo ha anticipato l’azienda americana in una nota in cui fa il punto sui propri progressi nel campo dei vaccini a mRNA. “La nostra piattaforma a mRNA sta funzionando”, ha detto il Ceo di Moderna Stéphane Bancel. Nel campo delle malattie respiratorie, oltre ai vaccini contro il Covid sono in dirittura di arrivo quelli contro l’influenza stagionale e contro il virus respiratorio sinciziale. Entrambi hanno ottenuto buoni risultati nelle sperimentazioni cliniche di fase III e per il secondo è già stata avviata la procedura di autorizzazione sia negli Stati Uniti, sia in Europa. Sono inoltre in corso studi per le formulazioni combinate di questi vaccini: influenza con Covid-19 o con virus respiratorio sinciziale. “L’azienda intende rendere disponibile il vaccino combinato già nel 2025 e prevede di aggiornare regolarmente le combinazioni”, si legge nella nota.