Covid, le ultime novità

Nella settimana compresa tra il 24 e il 30 agosto si registrano 14.866 nuovi casi di Covid, con una variazione di +28,1% rispetto alla settimana precedente, quando i positivi erano stati 11.606. 

Sono 65 le persone decedute, con una variazione di +47,7% rispetto alla settimana precedente, quando le vittime erano state 44.

I tamponi sono stati 142.118, con una variazione di +12,6% rispetto alla settimana precedente, quando ne erano stati registrati 126.215. In crescita anche il tasso di positività, pari a 10,5%, con una variazione di +1,3% rispetto al 9,2% della scorsa settimana. Sono i dati che emergono dal bollettino settimanale del ministero della Salute.

Aumentano i casi Covid: +28,1% in una settimana

Nel documento è inoltre riportato che il tasso di occupazione in area medica è pari al 2,7%, con una variazione di +0,7% rispetto alla settimana precedente (2,0%). Diminuisce, invece, il tasso di occupazione in terapia intensiva, pari allo 0,4%, con una variazione di -0,1% rispetto alla settimana precedente (0,5%).

“Nel periodo di riferimento e rispetto alla settimana precedente- spiega il direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, Francesco Vaia– si osserva un lieve aumento del numero di nuovi casi, incremento atteso sulla base degli andamenti previsti di fine estate e della diffusione di una nuova variante che, come per le varianti precedenti, si associa ad una maggiore circolazione virale”.

“In questa fase, nella quale è particolarmente importante osservare l’impatto della malattia sugli ospedali e la gravità clinica– conclude- si evidenzia che i tassi di occupazione ospedaliera rimangono sostanzialmente stabili e, anzi, si registra una lieve diminuzione nelle terapie intensive”.

Ema, via libera vaccino aggiornato

Il comitato per i medicinali per uso umano dell’Ema (Chmp) ha raccomandato l’autorizzazione del vaccino Comirnaty, indicato per contrastare la sottovariante Omicron XBB.1.5, nota come ‘Kraken’. Lo rende noto l’Agenzia europea per i medicinali.

LE INDICAZIONI

Secondo le raccomandazioni dell’Email nuovo vaccino di Pfizer-BionTech deve essere utilizzato per prevenire il Covid-19 negli adulti e nei bambini a partire dai 6 mesi di età.

L’Agenzia europea per i medicinali precisa che gli adulti e i bambini a partire dai cinque anni di età che necessitano di vaccinazione dovrebbero riceverne una singola dose, indipendentemente dalla loro storia vaccinale contro il Covid-19, mentre i bambini dai sei mesi ai quattro anni possono ricevere una o tre dosi a seconda che abbiano completato un ciclo di vaccinazione primaria o abbiano avuto il Covid-19.

Ema informa che prima di arrivare a questa decisione, il Chmp ha considerato tutti i dati disponibili su Comirnaty e sugli altri vaccini adattati, compresi i dati su sicurezza, efficacia e immunogenicità. Il Comitato ha valutato anche nuovi dati di laboratorio che mostrano una forte risposta del vaccino adattato contro XBB.1.5 e i ceppi correlati del virus che provoca il Covid-19.

Ue autorizza il vaccino contro le nuove varianti 

La Commissione europea ha autorizzato il vaccino anti-Covid Comirnaty adattato alle nuove varianti.

L’autorizzazione, specifica l’Esecutivo Ue, arriva nell’ambito del meccanismo di valutazione accelerata per consentire agli Stati membri di prepararsi in tempo per le loro campagne di vaccinazione autunno-inverno.

L’Ema aveva raccomandato l’autorizzazione di Comirnaty mercoledì scorso.

Il vaccino è autorizzato per adulti, bambini e neonati di età superiore a 6 mesi. Gli adulti e i bambini a partire dai 5 anni di età che necessitano di vaccinazione dovrebbero ricevere una singola dose, indipendentemente dalla loro storia vaccinale.

L’incubazione dura due giorni

Il Covid non è alle spalle, è una endemia. È ormai diffuso costantemente e non è destinato a scomparire proprio perchè è un virus endemico. D’altronde sapevamo fin dall’inizio che non si trattava di un virus eliminabile”. Lo precisa all’agenzia Dire il presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg), Claudio Cricelli.

Il Covid rimane tra noi, continua a mutare, prosegue nel cambiare i propri lignaggi e ceppi– aggiunge- ed è per questo che dobbiamo continuare a esercitare una grande attenzione verso la popolazione più fragile e a proteggerla: basti pensare che la scorsa settimana il Covid ha fatto 65 vittime e in questo periodo estivo non esistono altre cause di mortalità così elevate provocate da malattie infettive”.

Non solo. Secondo quanto reso noto dal ministero della Salutenella settimana dal 4 al 10 agosto si è passati da 5.732 a 6.056 nuovi contagi, con un tasso di positività balzato dal 4,1% al 5,2%. Il numero uno della Simg non è però preoccupato in vista dell’autunno. “Negli anni passati abbiamo avuto una elevata immunizzazione, anche se parziale, nei confronti del virus. Una immunizzazione elevata, fatta con le dosi di vaccino successive ha protetto più o meno il 75% della popolazione. E non l’ha protetta contro il rischio di contrarre l’infezione, ma contro la malattia grave, il ricovero e il decesso“.

CRICELLI: “ATTUALE SITUAZIONE DI COVID GRAZIE A STRAORDINARIA EFFICACIA DELLE CAMPAGNE VACCINALI”

“Paradossalmente- precisa Cricelli- la situazione attuale di Covid è la conferma della straordinaria efficacia delle campagne vaccinali. E anche se il virus è evoluto, lo ha fatto all’interno di un sistema in cui il virus stesso non può esplicare la sua capacità offensiva, perchè ovunque si giri trova persone che reagiscono, producono anticorpi, lo riconoscono”.

Il presidente della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie informa poi che “tutto quello che sta accadendo fa parte di un modello evolutivo che le autorità sanitarie del Paese avevano già previsto e delineato. Compreso il fatto che il vaccino che verrà somministrato alla fine dell’anno non somiglia a nessuno dei vaccini del passato, che oggi sarebbero praticamente inefficaci: il virus, infatti, è così profondamente cambiato che il primo vaccino fatto a dicembre 2020, oggi farebbe il solletico al virus. C’è, dunque, un aggiornamento dei vaccini”.

L’INCUBAZIONE DEL VIRUS

Cricelli accende poi i riflettori sulle tempistiche di incubazione del virus. “Con il passare del tempo il Covid è diventato molto più diffusivo e la sua incubazione dura sempre meno, siamo intorno ai due giorni. Anche questa, però, è una caratteristica attesa dell’evoluzione di tutti i virus: man mano che evolvono e cambiano ceppi e lignaggi diventano infatti meno aggressivi ma si specializzano nel diffondersi con più facilità all’interno della popolazione. Tutto questo fa parte di un modello già previsto da almeno due anni”.

“Come tutti i virus respiratori- ricorda inoltre- anche il Covid colpisce dove trova una popolazione fragile, vulnerabile, che presenta numerose patologie. Ciò che dobbiamo fare, lo ripeto, è prenderci cura di queste persone, specializzarci nella protezione delle fasce deboli della popolazione del nostro Paese, perchè sono proprio quelle che poi pagano il prezzo più alto in termine di salute”.

I SINTOMI ATTUALI

Dall’incubazione ai sintomi. “Restano sempre quelli respiratori delle prime vie aeree: i vaccini attuali non riescono a impedire al virus di entrare- conclude il numero uno della Simg- perchè non agiscono dove entra l’aria, ovvero il naso e la bocca, ma agiscono un po’ più giù. Ecco che il virus dà i sintomi tipici del contagio delle vie aeree superiori, naso e gola: avremo, dunque, raffreddore e mal di gola“.

Schillaci: “Il Covid diventa come l’influenza”

“I dati rassicuranti che abbiamo avuto in questi mesi ci hanno indotto a togliere l’obbligo di isolamento per le persone positive al Covid-19che diventa come le altre malattie infettive. Credo che sia un passo avanti che dopo tre anni ci porta a superare finalmente questa terribile pandemia che abbiamo vissuto”. 

La misura è stata annunciata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, al termine del Consiglio dei ministri dello scorso 7 agosto.

L’esponente del governo è tornato sulla decisione dell’esecutivo di scrivere la parola fine all’isolamento dei positivi al coronavirus e ha tenuto a precisare che “il Covid diventa come l’influenza”.

STOP ALL’OBBLIGO DI INDOSSARE LE MASCHERINE FFP2

Il nuovo Decreto Omnibus ha inoltre stabilito che al chiuso o in presenza di assembramenti non vige più l’obbligo di indossare le mascherine Ffp2. “Sin dall’inizio del mio mandato in questo ministero- ha commentato Schillaci- ho sempre chiesto responsabilità ai cittadini. Credo che le italiane e gli italiani capiscano bene a cosa ci siamo riferiti: non più obblighi ma senso di responsabilità. Credo che anche questa fase verrà vissuta serenamente”.

SI’ AL BUON SENSO IN CASO DI POSITIVITA’

“È chiaro- ha concluso il ministro della Salute- che come accade per le malattie infettive, per l’influenza, in caso di positività, soprattutto se vi sono sintomatologie, il buon senso invita a non andare vicino alle persone fragili e alle persone anziane. Ma sono certo che, come hanno sempre fatto, gli italiani risponderanno bene anche a questa nuova fase”.

Andreoni: “La variante EG.5.1 sta prendendo il sopravvento”

“È una variante leggermente diversa rispetto alle ultime che stavano circolando recentemente, ovvero la XBB. 1.16 e altre. Presenta mutazioni che la rendono abbastanza diversa antigenicamente rispetto alle precedenti varianti“. A tracciare i contorni della nuova variante del Covid, la EG.5.1, chiamata ‘Eris’, è il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore ordinario di Malattie Infettive Università ‘Tor Vergata’ di Roma, Massimo Andreoni.

“Comprendere adesso quale possa essere l’impatto di questa variante- precisa- è però difficile. Stiamo assistendo a quello che accade quando si sviluppa una nuova variante, che progressivamente prende il sopravvento sulle altre”.

“In realtà- ricorda l’infettivologo- le ultimissime varianti della XBB hanno avuto una capacità di diventare dominanti solo parzialmente. Per quanto riguarda la variante EG.5.1 dobbiamo aspettare ancora i dati per vedere quale sarà il suo grado di penetrazione sulla popolazione e, soprattutto, le sue caratteristiche di ‘Immune escape’, ovvero la capacità di sfuggire all’immunità, e soprattutto di patogenicità. Mi sembra che i dati siano ancora troppo iniziali per potersi esprimere su tutto questo”.

Massimo Andreoni afferma, però, che “la comparsa di questa variante ci ricorda un po’ quello che dobbiamo fare: tenere alto il monitoraggio della circolazione del Coronavirus ed essere in grado di determinare rapidamente la comparsa di nuove varianti. Possiamo dire che il controllo delle varianti si sta un po’ riducendo in tutto il mondo“.

“In parte- dichiara il direttore scientifico della Simit- questo avviene perché la numerosità dei casi si sta riducendo e in parte perché c’è meno attenzione su questo tema”.

La presenza di questa nuova variante “ci aiuta, invece, a ricordarci- continua Andreoni- che dobbiamo tenere alta la guardiaperché andiamo incontro all’autunno, stagione durante la quale probabilmente circolerà maggiormente il virus, probabilmente aumenterà il numero dei casi e, soprattutto, in autunno avremo una popolazione globale sempre meno protetta dalla vaccinazione e una nuova variante che potrebbe essere un po’ più ‘Immune escape’ rispetto all’immunità prodotta nella popolazione. Sono tutti motivi che destano un po’ di preoccupazione nella comunità scientifica“.

Il professor Andreoni ritiene sia troppo presto per stabilire se per la nuova variante ‘Eris’ servirà un vaccino aggiornato. “Possiamo però dire- informa- è che abbiamo a disposizione una tecnologia che ci consente di modificare il vaccino in tempi quasi reali. A oggi non abbiamo ancora dati definitivi che ci permettano di affermare quanto la EG.5.1 sia antigenicamente diversa dalla XBB e quanto questa variante richieda un vaccino specifico”.

Intanto in Italia non ci sono più i divieti Covid. “Per quanto riguarda l’isolamento domiciliare– commenta Andreoni- questo, nei fatti, era già venuto a cadere e adesso è stato semplicemente ribadito un qualcosa che ormai nella popolazione era divenuta una abitudine. In linea di massima, chiunque avesse il Covid seguiva poco la prescrizione dell’isolamento. Rimane però una forma socialmente valida, una buona norma di civiltà, quella di aspettare di guarire prima di entrare in contatto con altre persone. Ma questo è valido per qualunque malattia infettiva, sia che si tratti di influenza che di coronavirus“.

“Ho però molte remore- conclude il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali- per quanto riguarda l’isolamento all’interno dell’ospedale, che ritengo, invece, indispensabile: nei nosocomi, infatti, ci sono le persone molto fragili. Non isolare persone con malattie infettive, e quindi anche con coronavirus, nell’ambito ospedaliero sarebbe un gravissimo errore”.

Bassetti: “Vaccino gratis a chi è a rischio”

“Credo cha la vaccinazione anti-Covid debba essere offerta ma attenzione sulla gratuità. In questi anni abbiamo visto che la scelta della gratuità ci ha fatto buttare via milioni di dosi perché molti italiani non hanno capito l’importanza di questi vaccini. Quindi è ora che aprano gli occhi sul fatto che lo Stato spende tanto sui vaccini, un investimento importante. Giusto quindi che il Servizio sanitario nazionale offra gratis il vaccino anti-Covid alle categorie a rischio, previste dalla circolare della direzione della Prevenzione del ministero della Salute ma gli altri lo paghino“. Lo scrive sulla propria pagina Facebook il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova.

Covid, la risposta degli anticorpi dura meno se c’è carenza di vitamina D

La carenza di vitamina D si associa ad una meno duratura risposta anticorpale alla vaccinazione anti Covid. Questo il risultato principale di uno studio retrospettivo pubblicato ieri sulla rivista internazionale Endocrine da un gruppo di ricercatori del San Raffaele di Milano.

LA RICERCA

La ricerca condotta su una coorte di più di 100 operatori sanitari ha infatti evidenziato come chi aveva valori di vitamina D nel sangue inferiori a 20 ng/ml, cioè la soglia comunemente utilizzata per definire la carenza ormonale di vitamina D, mostrava un calo significativo rispetto ai soggetti con normale vitamina D dei valori anticorpali tra il quinto e il nono mese dalla fine del primo ciclo vaccinale anti Covid.

“La vitamina D – afferma Andrea Giustina, Direttore dell’Istituto di Scienze Endocrine e Metaboliche del San Raffaele di Milano, Presidente Gioseg e coordinatore della ricerca- è un ormone con azioni pleiotropiche fondamentali per il nostro organismo. Tra esse l’importanza della sua azione immunomodulante è emersa chiaramente nel corso della pandemia. Infatti bassi di livelli di vitamina D si associano al Covid severo e come da noi recentemente dimostrato allo sviluppo di long Covid. Il nostro studio- continua il professor Giustina- evidenzia come la mancanza di vitamina D e quindi della sua azione immunomodulante, abbia conseguenze rilevanti non tanto nell’ottenimento del picco anticorpale post vaccino ma nella minor persistenza nel tempo di tale risposta. I nostri dati- afferma ancora Giustina- suggeriscono che in Paesi ad altra prevalenza di ipovitaminosi D come il nostro soprattutto nella fascia di età in cui la vaccinazione è raccomandata sia opportuno misurare i valori di vitamina D ed eventualmente integrarla se insufficiente prima della vaccinazione per ottimizzare i livelli anticorpali a lungo termine! In alternativa- conclude il prof Giustina- potrebbe essere utile almeno effettuare la vaccinazione prima dell’autunno quando i valori di vitamina D iniziano fisiologicamente a calare nella popolazione”.

A conferma di questi dati i ricercatori del San Raffaele hanno riscontrato che i valori di vitamina D prima della vaccinazione correlavano significativamente e indipendentemente da altre variabili con la concentrazione degli anticorpi anti Covid al nono mese dopo la seconda dose del vaccino anti Covid.

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