Meloni telefona alla mamma del musicista: ‘che cosa posso fare?’

La premier Giorgia Meloni ha telefonato a Daniela Di Maggio, la mamma di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista di 24 anni ucciso all’alba di giovedì scorso in piazza Municipio a Napoli da un 17enne.

Secondo quanto riferiscono il Corriere della Sera e Il Mattino, la telefonata c’è stata sabato pomeriggio.

“Mi ha chiesto che cosa può fare per me”, ha riferito la Di Maggio.

Nelle sue dichiarazioni, immediatamente dopo l’omicidio, la mamma di Giovanbattista aveva sollecitato da subito giustizia per il figlio e una pena esemplare per il killer.

In piazza Municipio, proprio sul luogo del delitto, aveva invocato una legge in nome di Giogiò (così chiamava affettuosamente il ragazzo) nella quale sia previsto un abbassamento dell’età imputabile e la certezza della pena anche per chi commette reati prima di diventare maggiorenne.

“Mi ha chiamato – aggiunge poi in particolare Daniela Di Maggio al Mattino – dal suo numero privato. Ho risposto, ci ho messo un pò a capire che era davvero la Meloni. E’ stata – sottolinea – una conversazione tra due madri, sincera ed accorata, mi è sembrato di conoscerla da sempre. Le ho chiesto se potevo chiamarla Giorgia, mi ha risposto ‘certo che devi chiamarmi Giorgia’. Poi mi ha fatto una domanda: ‘che cosa posso fare per te’.

“Non ho avuto – spiega – neanche un attimo di esitazione, voglio incontrati, ho risposto, devi aiutarmi a fare in modo che altre madri non vivano più drammi come questo. La criminalità non può averla vinta, dobbiamo proteggere i nostri ragazzi, la parte sana del Paese, il futuro che vorremmo”.

A telefonare alla mamma di Giovanbattista è stato, riferisce la donna, anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Nella giornata di oggi è in programma l’autopsia sul corpo del musicista. Poi mercoledì alle 15 nella chiesa del Gesù Nuovo a Napoli si svolgeranno i funerali celebrati dall’arcivescovo, Domenico Battaglia. Per quel giorno il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha proclamato il lutto cittadino.

Musicista ucciso: una partita a carte dopo gli spari

Non si sarebbe reso conto – ha detto al giudice – di avere ucciso, tant’è che si è allontanato dal luogo della tragedia e poi se n’è andato a giocare a carte.

Il padre, poi, al suo ritorno, gli ha detto che in piazza Municipio, durante una rissa, c’era scappato il morto.

Trapelano altri particolari su quanto accaduto giovedì scorso a Napoli dove è stato ucciso il giovane musicista 24enne Giovanbattista Cutolo.

Il 17enne, recidivo (si era reso protagonista in passato di un tentato omicidio), adesso, è chiuso in un istituto penale minorile della città, su ordine del gip del tribunale dei Minorenni di Napoli Valeria Veschini.

Il magistrato ha accolto la richiesta del pm Francesco Regine che, al termine dell’udienza di convalida del fermo, ha chiesto la detenzione in carcere per il ragazzo accusato di omicidio volontario aggravato e detenzione, porto abusivo e ricettazione dell’arma che aveva nella cintola dei pantaloni.

Il fatto che il ragazzo non si fosse reso conto di avere provocato una morte, così come ha anche riferito a inquirenti e giudice, ovviamente, non alleggerisce – secondo quanto trapela da fonti vicine agli inquirenti – la gravità dell’accaduto, perché – si fa rilevare – chi spara ad altezza d’uomo tre colpi di pistola non può non mettere in conto di poter uccidere.

Il 17enne sarebbe stato avvertito dal padre dell’esito della sua azione. Nel frattempo gli investigatori della Squadra Mobile avevano già delineato la dinamica della tragedia e individuato il responsabile dell’omicidio che, sottoposto a interrogatorio in Questura, ha confessato. Si alleggerisce, invece, la posizione degli altri indagati, maggiorenni, che sembrerebbero essere coinvolti solo nella rissa che ha preceduto l’omicidio.

(Ansa)

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Redazione

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