Aversa. Tony Figo e le squallide battute su Maria Teresa Jacazzi e Vittorio Savino

Battuta infelice perché il Palazzetto dello Sport si chiama ‘Jacazzi’ e chiamare ‘cretino’ (Vittorio Savino, ndr) chi ha voluto omaggiare la memoria della prof.ssa Maria Teresa.

E’ il sunto dello show di Tony Fico (nome d’arte di Antonio D’Ursi) andato in scena lo scorso 9 settembre dal palco in Piazza Municipio ad Aversa per il cartellone eventi dei solenni festeggiamenti in onore di Maria Santissima di Casaluce.

Il comico di ‘casa Made in Sud’ si è cimentato nello sbeffeggiare la memoria storica di Aversa. Quella memoria storica – il PalaJcazzi – dove il Figo si è esibito più volte durante manifestazioni perlopiù di beneficenza.

Battute infelici che a 48ore dallo spettacolo, non hanno trovato il dissociarsi degli organizzatori e tantomeno dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Alfonso Golia.

A raccontare lo spiacevole episodio, ci ha pensato il professor Giovanni Savino, figlio di Vittorio, dirigente medico dell’Asl e anima dell’atletica leggera in provincia di Caserta, scomparso lo scorso 7 luglio 2022, all’età di 67 anni.

Per chi non lo sapesse, per cinquanta anni Vittorio Savino ha quasi sempre presieduto l’Atletica Aversa, divenuta, poi, Atletica Agro Aversano. Nello stesso campo ha ricoperto gli incarichi di: presidente regionale e consigliere nazionale Fidal con incarichi presso la Iaf, la Federazione Internazionale.

Un colpo al cuore per Giovanni, nel sentire – durante una festa patronale – squallide battute nei confronti di chi ha fatto la storia dello sport ad Aversa: Maria Teresa Jacazzi per la pallavolo; Vittorio Savino per l’atletica.

Il lungo post social di Giovanni Savino:

«Un ragazzo del Sud senza pista è riuscito a fare il primato del mondo», mi è tornata in mente questa frase di Pietro Mennea stamattina, grazie al bel podcast di Angelo Carotenuto “Rimbalzi”.

Quando Mennea lo disse era il 1979, aveva appena ottenuto il record del mondo sui 200 metri, ancora oggi miglior tempo europeo, ed era un paese diverso, dove forse la povertà e il riscatto erano cose troppo serie per farci qualche battuta infelice.

Oggi no, si possono sbeffeggiare i sacrifici, “alla fine e fatevela una risata, no?”, mentre qualcun altro ridacchia, ignorando storie e memorie. È successo ad Aversa, dove un comico dal cognome figo può permettersi di fare una battuta sul palazzetto dello sport, perché ha un cognome secondo lui divertente, Jacazzi, e chiamare “cretino” chi ha voluto omaggiare la memoria di questa donna.

Una donna particolare, Maria Teresa Jacazzi, maestra, dirigente del PCI ma soprattutto tra i fondatori della Lega di serie A di Pallavolo, quando la città di Aversa esprimeva ben due squadre maschili ai massimi livelli, e la maestra proveniente dal Friuli era una delle anime del volley italiano negli anni Sessanta e Settanta, e una delle due stelle d’oro al merito sportivo del CONI ad Aversa. È anche merito di Maria Teresa Jacazzi se ad Aversa vi sono due facoltà dell’Università Luigi Vanvitelli.

L’altra stella d’oro aversana, infatti, è di quel “cretino”, Vittorio Savino, mio padre, su cui non mi dilungo perché non avrebbe voluto, ma chiamato in causa dal comico nel suo tristo monologo: un “cretino”, all’epoca presidente della consulta cittadina dello sport, che assieme ad altri “cretini”, molti suoi coetanei, nel 1998 lottò (eh sì) affinché il Palazzetto dello Sport a cui Maria Teresa Jacazzi aveva lavorato per la sua realizzazione fosse a lei intitolato, perché qualcuno lo voleva dedicare a de Coubertin, e questi “cretini” la spuntarono.

Ma non è nemmeno la battuta stupida del figo solo di cognome d’arte a esser triste, è la mancata reazione di una città ormai sempre più luogo, animata da una insofferenza che sfocia solo sui social mista a torpore, selfie amministrativi e lo sport messo ai margini, soprattutto quelle discipline che tanto hanno dato ad Aversa, e non solo in termini di titoli e medaglie, ma di riscatto.

Ed è questo il punto: senza conoscere la propria storia, senza sapere il percorso fatto da tante e tanti in decenni di sudore e sacrifici, sarà sempre più difficile vedere altri Mennea, e di certo non li vedremo ad Aversa.

Tanti cittadini Aversani hanno espresso la solidarietà nei confronti di Giovanni e condannato lo ‘show’ (se così vogliamo chiamarlo) di Tony Figo. Lo stesso chiederà scusa? L’amministrazione comunale prenderà le distanze?

Redazione

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