Bulli in paese, 11enne costretto a rinunciare alla bici
“Mio figlio non ha voluto dirmi i nomi ma indagherò a fondo e verrò a chiedervi conto di qualsiasi danno alla bicicletta.
In alternativa potete insegnare l’educazione e il rispetto ai vostri figli” lo sfogo è stato affidato alla bacheca social poche ore prima di andare in caserma dai carabinieri e raccontare tutto.
Amarezza. E anche delusione nelle parole della mamma di Paliano: il Comune più a nord nella provincia di Frosinone, il primo dopo Colleferro e la provincia di Roma, la terra di confine nella quale abitava Willy Monteiro Duarte che per difendere un amico dai bulli è stato ammazzato di botte a meno di vent’anni.
Lei invece i bulli li ha affrontati a viso aperto, denunciando a tutti che hanno tolto la voglia di andare i bicicletta a suo figlio di appena undici anni. Per quel bambino la bici è tutto: il primo passo tra la fine dell’infanzia ed il corridoio dell’ adolescenza, la prima illusione di autonomia. Al punto di scegliere d’andarci a scuola rinunciando al pulmino.
Poi, all’improvviso, ha deciso di andare a piedi e non utilizzare più la bicicletta. Colpa degli episodi di bullismo subiti dall’inizio dell’anno. Su Facebook si sfoga la mamma: “deve andare a piedi perché un gruppo di bulli ha iniziato a manomettere marce, freni e quanto altro”. Il bambino lasciava la bici all’ingresso della scuola ma dopo che i danneggiamenti si ripetevano ha provato a lasciarla lontano dalla scuola. Senza successo.
“Troverò chi sono e parlerò con i loro genitori”, scrive la mamma. Nel frattempo è andata in caserma. Non tanto per i danni: ma per far capire che esistono dei confini e se si infrangono i sogni di un bambino si diventa bulli entrando su un terreno pericoloso. Come quello che costò la vita a Willy.
Il caso è stato segnalato alla scuola. “Denuncio perché voglio far capire a mio figlio che non si subisce ma c’è uno Stato che deve intervenire”, osserva la donna. Ed evitare che a Paliano ci sia il seme del bullismo.
(Ansa)