(VIDEO) Malori sospetti tra gli operatori del 118: esposto in Procura
Vomito, mal di testa e malessere. Sette casi sospetti in quattro mesi. Vittime i sanitari della Centrale operativa del 118 a Bologna, alcuni anche ricoverati “con esiti neurologici”.
Ce n’è abbastanza per l’Ausl non solo per avviare un’indagine interna, ma anche per presentare un esposto in Procura.
IN CORSO ANALISI SULLE CONDIZIONI AMBIENTALI
Lo scorso 25 ottobre, l’Ausl ha presentato “un esposto in Procura in relazione a sette casi di sospetti malesseri, registrati nell’arco degli ultimi quattro mesi tra gli operatori della Centrale operativa 118 Emilia est”.
L’azienda sanitaria ha anche “preventivamente attivato il Dipartimento di sanità pubblica per verificare le condizioni ambientali di lavoro degli operatori. I risultati sono a disposizione della Procura”.
LA PROCURA APRE UN FASCICOLO CONOSCITIVO
Dalle analisi condotte sull’aria e sull’acqua in centrale, ad oggi pare comunque che non siano emersi elementi rilevanti.
Le verifiche però sono ancora in corso ed entro stasera una relazione da parte dello stesso Dipartimento di sanità pubblica dovrebbe arrivare sul tavolo del direttore generale dell’Ausl di Bologna, Paolo Bordon.
Al momento comunque non si esclude nessuna possibile causa, nemmeno (nella peggiore delle ipotesi) l’avvelenamento.
A seguito dell’esposto, la Procura ha aperto un fascicolo: a quanto si apprende, si tratta di un fascicolo conoscitivo, quindi senza ipotesi di reato nè indagati.
Nessuna possibile causa ‘interna’ e ambientale per gli strani casi di malori (sette in quattro mesi, l’ultimo pochi giorni fa) che si sono verificati tra gli operatori del 118 di Bologna negli ultimi mesi. Lo spiega Paolo Bordon, direttore generale Ausl Bologna, che parlando alla stampa a margine dell’inaugurazione del nuovo Cau di Budrio (Centro assistenza urgenza) spiega che sono state fatte “indagini ambientali” sulle possibili fonti di inquinamento e hanno dato tutte “esito negativo”.
Sono stati fatti controlli su bevande, acqua, impianti di areazione e niente da fare, non è emerso nulla. “Noi abbiamo fatto delle indagini ambientali all’interno della struttura, hanno dato esiti negativi rispetto a fonti di inquinamento. Per questo- spiega- abbiamo investito del problema la Procura, per eventualmente accertare un altro tipo di problema“.
Potrebbero quindi esserci azioni di avvelenamento intenzionale dietro gli strani malesseri accusati da diversi operatori del 118 a partire da quest’estate. Le sette persone che si sono sentite male hanno accusato vomito, mal di testa e malessere. I casi sono iniziati durante l’estate e sono proseguiti tuttora, l’ultimo si è verificato pochi giorni fa.
La difesa chiarisce che la giustizia riparativa – forma di risoluzione del conflitto e riparazione del danno con programmi di mediazione, del tutto sganciata dal procedimento penale e a cui le parti offese non devono necessariamente partecipare – è una possibilità per tutti i condannati.
Tanto che il gip di Milano Angelo Minerva con formula standard, ha indicato, come previsto, questa “facoltà” per Impagnatiello nel decreto di giudizio immediato emesso due giorni fa.
Si è parlato di benzodiazepine, e qualcuno dei malesseri è sfociato in un ricovero “con esiti neurologici”. Incalzato dai giornalisti sul fatto che ci possano essere, in ospedale, farmaci a cui qualcuno potrebbe avere avuto accesso, Bordon risponde così: “Certamente tutte queste sostanze sono reperibili all’interno dell’ospedale. Sono però sempre gestiti con la giusta attenzione che deve esserci per questo tipo di farmaci. Se c’è qualcuno che ne fa un uso non corretto, sarà oggetto di indagini”.
Intanto, quindi, in attesa degli sviluppi giudiziari, Bordon spiega che tutti gli accertamenti fatti dall’Ausl hanno dato esito negativo: “La nostra preoccupazione era che ci fosse una fonte inquinamento all’interno della struttura. Gli esami fatti da noi lo hanno escluso. Non ci risultano fattori interni di tipo ambientale”. Sono state messe in atto ,misure per prevenire il ripetersi di eventuali azioni sospette? Per il momento, spiega ancora Bordon, è stato attivato “un supporto di tipo psicologico” per gli operatori: “sono stati messi a disposizione psicologi che aiutino gli operatori dal punto di vista relazionale e dello stress subito”.
(Dire)