Casal di Principe. Ciro Modugno, la lettera della mamma Nunzia dopo l’udienza in Cassazione

“Quella data doveva fare giustizia, ma non è stato così”. Sono queste le parole con cui Nunzia Covelli, mamma del 15enne vittima della strada Ciro Modugno, apre la sua lettera per dar sfogo al suo dolore e alla sua rabbia a seguito dell’ultimo evento processuale.

La data a cui la donna fa riferimento è il 23 novembre 2023, giorno in cui la Cassazione di Roma avrebbe dovuto emettere la sentenza definitiva circa la pena da scontare a carico del responsabile della morte di Ciro, l’“angelo dorato” che il 10 ottobre del 2021, alle 23, mentre rientrava a casa in sella al suo scooter, fu investito da un’auto il cui conducente 28enne era in stato di ebrezza e sotto effetto di sostanze stupefacenti. La Cassazione ha rinviato a giudizio.

Ecco la lettera aperta di mamma Nunzia:

“Dopo 2 lunghi anni, quel giorno doveva mettere fine a tutto. Da 2 anni, con l’aiuto del popolo e delle associazioni lottiamo per dare voci alle vittime della strada. Tra queste c’è anche il mio piccolo Ciro, un ragazzo di soli 15 anni che il 10 ottobre 2021 travolto barbaramente da Pietro Capoluogo di Casal di Principe. Il suo carnefice era sotto effetto di sostanze stupefacenti e ubriaco. Ma nonostante ciò, quella data, il 23.11.2023, non ha dato la giustizia al mio bambino, non ha dato dignità alla vita di un ragazzo che aveva ancora tantissimi sogni da realizzare. Ho avuto tanta fiducia nello Stato, tanto che ad una delle prime udienze ci aveva fatto sperare in un briciolo di giustizia, anche se per me giustizia non è condannare un assassino, perché di questo si tratta, a soli 7 anni e 4 mesi. Ma il 23 novembre 2023 ci ha sconvolti tutti: immediata scarcerazione e rinvio all’appello. Dopo questa sentenza, non riesco ad aprire bocca, vado via con gli occhi colmi di lacrime e chiedendo perdono a mio figlio. Io questo non riesco a capirlo. Perché è stata fatta questa scelta? Forse vogliono riconsiderare la pena precedente? Voglio sperare nel loro buon giudizio e credere che debbano riconsiderare la pena, ma solo per intensificarla, inasprirla. In tutto ciò, mi hanno detto di aspettare 60 giorni per avere una risposta. Ma io, in quanto mamma, come posso aspettare 60 giorni per una risposta? Ma i giudici si rendono conto che io e l’assassino abitiamo vicini e che devo vederlo passarmi davanti e starmene zitta? Io tutto questo non l’ammetto e spero fermamente che non sia stato fatto un errore dal Tribunale di Napoli, perché giuro che denuncerò tutto. Non possono lasciare libero un delinquente pronto ad investire un altro ragazzo. Spero in una risposta al più presto possibile, altrimenti prenderò seri provvedimenti. Intanto, non mi resta che chiedere ancora scusa al mio adorato figlio Ciro Modugno e a tutte le vittime della strada. Queste leggi devono cambiare, altrimenti altro sangue sarà sparso sull’asfalto. Nunzia Covelli, una mamma condannata dal dolore”.

Redazione

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