La nuova truffa su WhatsApp: ‘mamma mi è caduto il cellulare in acqua’
Le truffe perpetrate a mezzo di applicazioni di messaggistica istantanea sono sempre più numerose ed in particolare, la nuova modalità che si sta diffondendo nelle ultime settimane e che ha già visto diverse vittime cadere preda del raggiro, riguarda un’evoluzione dei classici metodi.
Basta un click sul link che viene inoltrato alla vittima ed i malfattori, fingendosi figli/nipoti, riescono a carpire la fiducia dell’ignara persona offesa facendosi bonificare, con vari escamotage, cospicue somme di denaro.
Nel pomeriggio di ieri gli agenti della Polizia di Stato della sezione investigativa del Commissariato di P.S. di Lanciano hanno raccolto l’ennesima denuncia da una donna che, nella mattinata, aveva ricevuto un messaggio.
Quindi, come richiesto nel messaggio, la signora ha iniziato a chattare a mezzo WhatsApp con colui che riteneva essere il proprio figlio il quale, carpita la fiducia dell’interlocutrice, dopo circa un’ora dal primo contatto, ha chiesto all’ignara vittima di prestargli del denaro in quanto, avendo cambiato il numero, aveva il conto bloccato.
Nella conversazione il truffatore, sedicente figlio, ha chiesto alla donna di effettuare una ricarica in tabaccheria dell’importo di circa mille euro dicendo che avrebbe potuto pagare sia con il bancomat che in contanti.
Sempre ritenendo di essere in contatto con il proprio figlio, la vittima ha effettuato una ricarica presso una tabaccheria dopo aver ricevuto dal truffatore le coordinate necessarie ossia il numero di carta, il codice utente ed il codice fiscale. Solo successivamente, raggiunta telefonicamente dal vero figlio, si avvedeva di essere stata vittima di un raggiro.
Purtroppo non si tratta di un caso isolato, sono diversi ormai gli episodi di truffe consumate o tentate effettuate con analoghe modalità: ricezione di un messaggio dal sedicente figlio che avvisa di aver rotto il telefono e che chiede di salvare il suo nuovo numero tra i contatti. Al primo messaggio seguono richieste insolite di denaro, la ricarica di una carta prepagata, le credenziali per accedere al conto corrente.
Il consiglio è quello di accertarsi in altro modo dell’identità di chi ci scrive innanzitutto provando a chiamare il numero di cui siamo già in possesso e che sappiamo essere reale per chiedere chiarimenti non esitando, in ogni caso, a contattare le forze dell’ordine ai numeri di emergenza.