Aversa. La ‘Maraviglia’, caffè artistico letterario all’IIS Da Vinci

Che i caffè letterari fossero luoghi di diffusione della cultura, a partire dalla del ‘600, lo sanno bene i docenti del Dipartimento di storia dell’arte dell’IIS Leonardo Da Vinci, diretto dalla Preside Margherita Montalbano, tanto da riproporlo in chiave moderna ed alla 2ª edizione il 12 gennaio di quest’anno, presso la Sala Caritas del complesso di S.Agostino di Aversa.

I mirabili artifici del Barocco da Roma a Napoli è il titolo dell’evento, condotto dalla prof.ssa Rosalba Corvino, la quale afferma che la scelta del tema è motivata dall’adesione del dipartimento di storia dell’arte al Bando-Concorso sul patrimonio artistico nazionale promosso da ANISA e Miur quest’anno proprio sul Barocco con due squadre di allievi artistico e scienze umane, richiamando l’attenzione dei presenti, la stessa, dice che tale periodo, riferito al Barocco, può essere racchiuso nella nota citazione dello storico Corrado Ricci : “maraviglia”, che con tale termine definiva brevemente l’arte che va dal 1600 a metà del 1700.

E’ proprio il termine “maraviglia” il filo conduttore del dibattito che i relatori : Angelo Coccaro, autore di diversi testi divulgativi sull’arte, ed Ivano Iannelli storico dell’arte, autore di numerose pubblicazioni su riviste specialistiche, hanno seguito nelle loro presentazioni.

In un messaggio diretto ai giovani dell’IIS di Aversa, che gremivano la sala che odorava di “bene”, l’esperto di arte Angelo Coccaro ha condotto una chiacchierata interattiva con gli stessi; questi ha “divagato” sulla teatralità del Bernini, portando per mano i ragazzi sul palcoscenico dell’arte che Gian Lorenzo – peraltro nativo proprio di quella Napoli che nell’intervento successivo Ivano Iannelli, avrebbe approfondito con una mirabile partecipazione del pubblico. Coccaro ha voluto soffermarsi, sulla coralità dei linguaggi dell’arte, elogiando un parallelismo che vede Bernini e Borromini, entrambi, protagonisti assoluti di un arte declamata, semplicemente, con due linguaggi differenti, soffermandosi sulle mirabili opere romane dei due autori; dopo sono seguite le domande che gli studenti hanno rivolto all’autore sul testo “Le mie piccole Divagazioni sull’arte” ed.Curcio, letto in classe con i loro docenti, da cui è emersa una grande partecipazione.

E’ stata poi la volta dello storico Ivano Iannelli, che ha condotto una relazione sul Barocco Napoletano soffermandosi sulla Certosa di S.Martino e affermando che la stessa può essere considerata, a giusta ragione, il cantiere più importante di Napoli. Vi lavorarono il bergamasco Cosimo Fanzago, ancora oggi i marmi intarsiati e coloratissimi della Certosa, le decorazioni plastiche e le sculture destano meraviglia nei visitatori, il parmense Giovanni Lanfranco, assoluto protagonista del Barocco in Italia; lo spagnolo Jusepe de Ribera, ritenuto in recenti studi la personalità artistica più importante a Napoli nella prima metà del Seicento. Ed ancora Il Cavalier d’Arpino, Battistello Caracciolo, Massimo Stanzione, Luca Giordano, il Finoglia, Francesco De Mura, e Giuseppe Sanmartino (o Sammartino) autore del celebre Cristo velato. Una tale ricchezza d’arte pose la Certosa di San Martino come modello di riferimento del Barocco napoletano, innestando quel virtuoso e proficuo rapporto di “centro e periferia” che vide le “forme artistiche certosine” diffondersi a macchia d’olio. Lo storico Iannelli ha ricollegato Napoli ad Aversa con la chiesa di San Francesco delle Monache, la quale può essere considerata, probabilmente, tra i riflessi più diretti dell’arte espressa a San Martino. Completamente ristrutturata in età barocca, la chiesa, che ha una fondazione medievale, accolse, infatti, maestranze fanzaghiane e opere di artisti presenti anche nel complesso napoletano.

I marmi pregiati, gli intarsi policromi, le forme e i colori della chiesa aversana, afferma Iannelli, ci offrono un gancio diretto con la cultura delle maestranze attive nell’orbita di Fanzago, e le opere presenti di Jusepe de Ribera, della scuola del Giordano, del Guercino, di Pietro da Cortona e Francesco de Mura sottolineano l’importanza di un monastero che fece della “periferia” un nuovo “centro” di diffusione d’arte di prim’ordine.

A chiudere l’evento gli studenti e le studentesse della classe 4C del Liceo Artistico, guidati dalla professoressa Veronica Mele, in una performance teatrale tratta dalla favola di Giambattista Basile “La Gatta Cenerentola” e ispirata al noto musical di Roberto De Simone. Si sono avvicendati in scena tre narratori, tre banditori, tre Cenerentole, tre matrigne e due capere. La rappresentazione ha profondamente entusiasmato oltre al pubblico anche l’autore Coccaro che ha elogiato, i ragazzi dell’IIS da Vinci, per aver “osato” portare in scena un pezzo del Patrimonio immateriale di una nostra cultura spesso trascurata. Bellissimo il messaggio, che ha trasmesso l’ingegnere scrittore che si definisce un semplice “burattinaio di parole”… parole che, nel suo atteggiamento che rifugge ogni protagonismo cattedratico, Coccaro sottolinea di aver preso umilmente in prestito da Guccini. Per entrambi i relatori è emersa l’importanza di apprezzare le opere d’arte da vicino e di quanto Roma Capitale, Napoli ed Aversa, siano ricche di bellezze storico artistiche troppo spesso non conosciute, invitando gli studenti a visitarle. Mentre una toccante lettera di ringraziamento degli studenti alla prof.ssa Mele , ha lasciato trasparire quanta passione emerge dal corpo docenti, in una scuola dove arte e creatività sono il pane quotidiano.

A conclusione della mattinata la prof.ssa Corvino, responsabile degli eventi artistici, unitamente ai colleghi di dipartimento : G.Acconcia, S.Leodi, D.Damiano, G.Menale, L.Picone, M.Prisco, M.C.Russo, M.V.Pieretti, M.Zaccariello ed E.Verze, si ritiene ampiamente soddisfatta della bellissima mattinata e dell’arricchimento emotivo e culturale che gli allievi dell’IIS Da Vinci hanno avuto modo di vivere. La Dirigente M. Montalbano entusiasta dell’incontro, auspica di potere organizzare al più presto un altro evento di tale spessore, si complimenta con i suoi docenti e studenti, ed in particolare ringrazia i relatori per gli interessanti ed articolati interventi. I relatori sono stati omaggiati con una serigrafia di Carracci, eseguita dal prof.P.Latino, mentre a Don Carmine Schiavone, che ha ospitato l’IIS presso la Sala Caritas è stato donato un disegno a tecnica mista di Bernini, realizzato dal prof G.Tuoro.

Redazione

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