26 gennaio 1994, Berlusconi e l’annuncio della discesa in campo

“Non voglio vivere in un Paese illiberale”. Con queste parole, il 26 gennaio del 1994, trenta anni fa, l’imprenditore Silvio Berlusconi annunciava la sua “discesa in campo” in politica con un videomessaggio in televisione, registrato su cassette. Il suo messaggio fu diffuso per primo dal Tg4 delle 17:30.

“L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare”.

“Per poter compiere questa nuova scelta di vita, ho rassegnato oggi stesso le mie dimissioni da ogni carica sociale del gruppo che ho fondato. Rinuncio dunque al mio ruolo di editore e di imprenditore per mettere la mia esperienza e tutto il mio impegno a disposizione di una battaglia in cui credo con assoluta convinzione e con la piu’ grande fermezza”.

“So quel che non voglio e, insieme con i molti italiani che mi hanno dato la loro fiducia in tutti questi anni, so anche quel che voglio. E ho anche la ragionevole speranza di riuscire a realizzarlo, in sincera e leale alleanza con tutte le forze liberali e democratiche che sentono il dovere civile di offrire al Paese una alternativa credibile al governo delle sinistre e dei comunisti”.

“La vecchia classe politica italiana – ha detto Berlusconi – e’ stata travolta dai fatti e superata dai tempi. L’ autoaffondamento dei vecchi governanti, schiacciati dal peso del debito pubblico e dal sistema di finanziamento illegale dei partiti, lascia il Paese impreparato e incerto nel momento difficile del rinnovamento e del passaggio a una nuova Repubblica. Mai come in questo momento l’Italia, che giustamente diffida di profeti e salvatori, ha bisogno di persone con la testa sulle spalle e di esperienza consolidata, creative ed innovative, capaci di darle una mano, di far funzionare lo Stato”.

“L’importante – ha detto Berlusconi – e’ saper proporre anche ai cittadini italiani gli stessi obiettivi e gli stessi valori che hanno fin qui consentito lo sviluppo delle liberta’ in tutte le grandi democrazie occidentali. Quegli obiettivi e quei valori che invece non hanno mai trovato piena cittadinanza in nessuno dei paesi governati dai vecchi apparati comunisti, per quanto riverniciati e riciclati. Ne’ si vede come a questa regola elementare potrebbe fare eccezione proprio l’Italia”.

“Gli orfani e i nostalgici del comunismo, infatti, non sono soltanto impreparati al governo del Paese. Portano con se’ anche un retaggio ideologico che stride e fa a pugni con le esigenze di una amministrazione pubblica che voglia essere liberale in politica e liberista in economia. Le nostre sinistre pretendono di essere cambiate. Dicono di essere diventate liberal democratiche. Ma non è vero”.

“Non credono più in niente – ha proseguito Berlusconi -. Vorrebbero trasformare il Paese in una piazza urlante, che grida, che inveisce, che condanna. Per questo siamo costretti a contrapporci a loro. Perche’ noi crediamo nell’ individuo, nella famiglia, nell’impresa, nella competizione, nello sviluppo, nell’ efficienza, nel mercato libero e nella solidarieta’, figlia della giustizia e della libertà. Se ho deciso di scendere in campo con un nuovo movimento, e se ora chiedo di scendere in campo anche a voi, a tutti voi – ora, subito, prima che sia troppo tardi – e’ perche’ sogno – a occhi bene aperti – una societa’ libera, di donne e di uomini, dove non ci sia la paura, dove al posto dell’ invidia sociale e dell’ odio di classe stiano la generosita’, la dedizione, la solidarieta’, l’amore per il lavoro, la tolleranza e il rispetto per la vita.”. ”Il movimento politico che vi propongo si chiama, non a caso, Forza Italia. Cio’ che vogliamo farne e’ una libera organizzazione di elettrici ed elettori di tipo totalmente nuovo: non l’ennesimo partito o l’ennesima fazione che nascono per dividere, ma una forza che nasce invece con l’obiettivo opposto: quello di unire, per dare finalmente all’Italia una maggioranza e un governo all’ altezza delle esigenze piu’ profondamente sentite dalla gente comune”.

“La storia d’Italia – ha concluso Berlusconi – e’ ad una svolta. Da imprenditore, da cittadino e ora da cittadino che scende in campo, senza nessuna timidezza ma con la determinazine e la serenità che la vita mi ha insegnato, vi dico che e’ possibile farla finita con una politica di chiacchiere incomprensibili, di stupide baruffe e di politicanti senza mestiere. Vi dico che è possibile realizzare insieme un grande sogno: quello di un’ Italia piu’ giusta, piu’ generosa verso chi ha bisogno, piu’ prospera e serena, piu’ moderna ed efficiente, protagonista in Europa e nel mondo. Vi dico che possiamo, vi dico che dobbiamo costruire insieme, per noi e per i nostri figli, un nuovo miracolo italiano”.

EUROPEE 2019, Berlusconi riprende il discorso del ’94 e annuncia la sua candidatura

L’Italia è il Paese che amo”. 25 anni fa mi rivolsi agli Italiani con queste parole per chiedere di unirsi a me per salvare l’Italia. E con queste parole mi rivolgo ancora oggi. Torno in campo perché il nostro Paese lo merita, così come gli Italiani e i nostri figli“. Lo dice Silvio Berlusconi, in un videomessaggio, riprendendo il suo discorso di discesa in campo nel 1994 ed annunciando la sua candidatura alle Europee del 2019.

Il discorso del 2019 per festeggiare i 25 anni dalla discesa in campo con Forza Italia

Fi compie 30 anni, la famiglia Berlusconi conferma il sostegno

Le casse di Forza Italia sono (ancora) al sicuro: la famiglia di Silvio Berlusconi continuerà a finanziare il movimento da lui fondato nel 1994.

Questione di cuore, spiegano, e di riconoscenza: “La famiglia intende continuare a sostenere il partito, anche in virtù dell’affetto per la creatura politica cui Silvio Berlusconi ha dedicato gli ultimi 30 anni”. Gli stessi tre decenni di politica e storia che domani si celebreranno a Roma nella convention ‘Le radici del futuro”.

Una festa organizzata approfittando dell’anniversario tondo del video di 9 minuti della discesa in campo del Cavaliere: era il 26 gennaio del ’94 e con lo storico incipit ‘L’Italia è il paese che amo’ le sue parole inchiodarono tutti alla tv. E proprio alla vigilia del pomeriggio-amarcord, fonti vicine ai figli del fondatore chiariscono all’ANSA che “il credito verso FI non è mai stato in discussione”.

Parole che sembrano voler mettere a tacere le voci circolate di recente sul credito verso il partito, in profonda sofferenza economica da tempo. E con molte incognite dopo la morte di Berlusconi, l’estate scorsa. Parallelamente però gli eredi ammoniscono i forzisti a fare, anche loro, la propria parte: “Questo supporto, ovviamente deve affiancarsi all’impegno di FI a proseguire nel percorso, peraltro già intrapreso, di rafforzamento della propria dotazione finanziaria”. Del resto le difficoltà di cassa degli azzurri non sono un mistero, complici i buchi nel pagamento delle quoti degli eletti. Nel verbale della riunione del comitato di presidenza del 13 giugno scorso, si registravano debiti per poco più di 98 milioni. Al netto di possibili correzioni fatte nel frattempo, a fine 2023 il partito lanciò un ultimatum ai parlamentari morosi a mettersi in regola con i pagamenti, pena la mancata corsa alle prossime Europee e amministrative. E qualche risultato pare sia arrivato: parola di Antonio Tajani. Giorni fa il segretario azzurro ha garantito che “si stanno mettendo tutti in regola”, ricordando che “ognuno deve contribuire, anche dando un piccolo contributo economico proporzionale a quanto guadagna un parlamentare o consigliere regionale”.

Adesso però è tempo di festa e al Salone delle Fontane, all’Eur, è quasi tutto pronto. Dalle 16 a parte l’immancabile inno di Forza Italia e quello di Mameli, sarà proiettato il video integrale di oltre 9 minuti passato alla storia per quel miracolo italiano promesso e aspramente contestato dai rivali politici. Allora Berlusconi era l’imprenditore che aveva lanciato la tv privata e Milano 2 e perciò – ricorda oggi il presidente del Senato, Ignazio La Russa – spiazzò la sinistra perché “con una mossa inaspettata riuscì a mettere insieme al nord la Lega di Bossi e al centro e al sud An di Fini e a vincere le elezioni”. A ricordare l’ex premier sarà anche il suo consigliere storico ed ex sottosegretario alla presidenza Gianni Letta. A chiudere sarà Tajani. Spazio poi ad altri due fidatissimi di Berlusconi morti di recente: Nicolò Ghedini, suo storico avvocato e Alessio Gorla, uno dei registi del trionfo elettorale del ’94 e dirigente di Mediaset. In sala parleranno inoltre Stefania Craxi, oggi presidente della commissione Esteri del Senato e Rita dalla Chiesa, deputata e figlia del generale Dalla Chiesa fino a Iva Zanicchi. E per guardare al futuro, interverrà il sindaco forzista più giovane d’Italia: si chiama Edoardo De Faveri, ha 23 anni e guida le 973 anime di Zumaglia, vicino Biella.

(Ansa)

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