Carolina uccisa in una rapina: fermato il vicino

Una rapina finita con un omicidio, scoperto a una settimana dal ritrovamento del corpo senza vita di Carolina D’Addario, 84 anni, di Gissi, sarta nota e benvoluta in paese che continuava ancora a lavorare nel suo laboratorio.

Ad ucciderla con una coltellata è stato un vicino, Flavio Giovanni Meo, 59 anni, disoccupato originario di Palmoli (Chieti) in cerca di soldi, fermato la scorsa notte dai carabinieri e trasferito nel carcere di Vasto.

Inizialmente si riteneva che la donna fosse morta per cause naturali. Ad anticipare la notizia ieri mattina il quotidiano online il Centro.it.

L’uomo è indagato per omicidio volontario aggravato, rapina pluriaggravata per essersi impossessato di monili e preziosi e di denaro contante, e di porto senza giustificato motivo di strumento atto a offendere, anche questo aggravato.

Il delitto risale allo scorso 23 dicembre. Secondo la ricostruzione degli investigatori Meo era in cerca di soldi e si era portato il coltello per spaventare l’anziana Carolina (in foto a sx), ma la situazione ha preso una piega violenta, con la donna che ha reagito ed è stata raggiunta da una coltellata fatale, sotto il cavo ascellare dell’emitorace sinistro, una ferita andata in profondità, con lacerazione del polmone. La donna ha provato a difendersi, come dimostrerebbero alcune ferite che aveva alla mano sinistra.

Meo non aveva un’occupazione e si arrangiava facendo lavori nelle campagne e altri lavoretti. Ieri a tarda sera è stato prima portato in caserma dai carabinieri dove ha ammesso le proprie responsabilità, quindi è stato condotto in Procura a Vasto dopo aver ricevuto un avviso di garanzia e l’invito a presentarsi come persona sottoposta a indagini, dinanzi ai sostituti procuratori Vincenzo Chirico e Silvia Di Nunzio, e dove si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il 59enne, difeso dall’avvocato Luigi Masciulli, viveva in una casa che il proprietario gli aveva concesso “come a un amico – ha detto al Tgr Abruzzo – perché lui era rimasto in mezzo alla strada, gli ho anche prestato dei soldini, ha perso il reddito di cittadinanza e ha perso la testa; per fortuna che non ha ammazzato me”.

Ad incastrare l’uomo c’è anche un video, in mano agli inquirenti, mentre 20.500 euro e alcuni oggetti d’oro, trovati e sequestrati dai carabinieri dentro una intercapedine nell’abitazione dell’uomo, dovrebbero essere il provento della rapina sfociata nel sangue. Il coltello usato per l’omicidio, gettato in un dirupo, è stato recuperato e sequestrato.

È stata l’autopsia, eseguita ieri a Chieti dal medico legale Pietro Falco, ad evidenziare le cause della morte, ritenute naturali dopo un primo intervento dei soccorritori una settimana fa. Ma i familiari della donna – la figlia e i nipoti – nel momento in cui si apprestavano ad organizzare il funerale, si sono insospettiti sia per la ferita, da cui era uscito sangue rimasto sugli abiti, sia per la sparizione della fede, degli orecchini e della collanina che la madre indossava sempre e così si sono rivolti ai carabinieri. “La cittadinanza è rimasta sconcertata da questa notizia – ha detto il sindaco di Gissi, Agostino Chieffo – nessuno poteva mai immaginare una cosa del genere”. 

(Ansa)

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Redazione

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