Nell’era dei social ha ancora senso partecipare alle fiere di settore?
Le prima fiere di settore nacquero dalle antiche rotte commerciali che collegavano la culla dell’Europa con la via della Seta e con la via Francigena fino a Champagne. È a partire dal medioevo che i commercianti che vagavano per il mondo occupavano città e piazze abbandonate per vendere le proprie merci per poi ripartire alla volta di nuove e pericolose tratte commerciali.
È in quegli anni che sono nate tantissime “invenzioni” valide ancora oggi: le fiere di settore, per l’appunto, sono una di queste.
A quei tempi, cioè agli arbori delle fiere, tutto era decisamente meno organizzato ed efficiente, se pensiamo che non vi erano neanche mezzi adeguati a raggiungere la destinazione in tempi “ragionevoli”. Oggi questo tipo di eventi sopravvive alla storia ma si presenta in tutt’altra veste, perché offre ai partecipanti un’esperienza di scoperta e di acquisto senza precedenti.
Secondo i più recenti standard in materia di allestimento stand fieristici Milano, la cura dell’immagine di un’azienda è diventata cruciale per il successo di questo tipo di evento. Ma a fronte di tante altre soluzioni pubblicitarie oggi disponibili e visto il grando di concorrenza che caratterizza questi eventi, ha senso partecipare o vale la pena guardare ad altre opzioni?
L’importanza di differenziare
In finanza si dice spesso di differenziare gli investimenti per massimizzare i profitti e minimizzare le perdite. Questo “mantra” può essere applicato anche al modo in cui si prendono decisioni aziendali perché, dopotutto, l’obiettivo di imprenditori e decision maker è quello di investire ogni giorno assumendosi il rischio d’impresa.
Come si traduce tutto questo nella pratica? La risposta è semplice: sostenibilità. Prendere decisioni di investimento, in questo caso a sfondo pubblicitario, significa analizzare lo stato attuale delle risorse disponibili e valutarne l’impatto sul breve, medio e lungo periodo.
Facciamo un esempio
Prendiamo il caso della partecipazione alla fiera, cioè un costo di risorse e di personale, nonché di tempo da dedicare ad allestimento e cura dello stand. Se l’esperienza si rivela negativa e i venditori tornano a casa senza clienti, cosa succede?
Semplice: l’investimento si trasforma in una spesa passiva, di quelle che in genere sono contrassegnate in colore “rosso”. Al contrario quando una fiera permette di portare in azienda nuovi clienti, il budget di risorse investito per partecipare sarà stato ampiamente ripagato.
Di conseguenza non è consigliabile concentrarsi solo su un’attività pubblicitaria, dal momento che ce ne sono tante altre, come campagne pubblicitarie online, SEO, spot televisivi, inserzioni cartacee o stradali e così via.
Le fiere di settore sono un’opportunità?
Ha senso quindi partecipare ancora oggi alle fiere di settore? La risposta è sicuramente positiva, ma solo dopo aver affidato la propria immagine a un’azienda specializzata, o comunque avendo in mano una strategia da seguire e per costruire uno stand che catturi l’attenzione.
C’è da aggiungere, poi, che occorre capire come l’avvento di nuove soluzioni pubblicitarie non vanifica l’efficacia delle altre, anzi, la potenzia. Ecco perché la miglior strategia per la promozione di un’azienda che vuole essere competitiva oggi, dovrà necessariamente adottare un approccio omni-canale, cioè integrare soluzioni tradizionali e digitali in una sola grande macro-strategia.