Aspiranti estetiste e il lavoro in nero in casa
“Avete ragione che il compenso oggi può essere basso, posso dire che è indiscutibile che il salario minimo in Italia faccia schifo, e sono la prima da imprenditrice a dirlo, ma ho le mani legate perché sono una persona onesta”. A parlare, con la Dire, è Arianna Galano imprenditrice che ha un salone di bellezza a Roma.
È uno sfogo il suo che parte da un attacco in stile social tipico dei nostri tempi. A scatenare questa volta gli haters è stata la storia dell’imprenditrice che ha raccontato come sia difficile oggi trovare giovani disposti a lavorare: “In che società ci stiamo proiettando?” aveva chiesto Arianna dopo aver raccontato di una giovane apprendista che aveva accettato un contratto di lavoro ma che 24 ore prima di iniziare aveva annunciato che non si sarebbe più presentata.
“Il contratto di Stato è uno sfruttamento”, hanno gridato in risposta rivolgendosi poi all’imprenditrice con insulti pesanti: “Sei una parassita, approfittatrice, vuoi persone giovani per pagarle poco facendole lavorare il doppio degli altri”.
Ma partiamo dall’inizio. Arianna Galano cerca personale già da un po’ di tempo, perché come racconta è tanta la richiesta soprattutto nel settore onicotecnico. Ma trovare una risorsa non è stato facile: “A partire dal presupposto che il lavoro dell’onicotecnica è un lavoro che si fa benissimo a casa e quindi già li io ho il primo scoglio da superare- spiega Arianna- perché il contratto di lavoro che offro sarà sempre più basso di quello che uno può guadagnare dentro casa, la selezione del personale la faccio sulla base di quello che sto cercando per poi confrontarmi con il mio consulente del lavoro e stabilire il compenso in base all’esperienza e al contratto previsto per legge”.
“PER LAVORARE DENTRO UN SALONE CI SONO REGOLE E PROCEDURE DA IMPARARE”
il caso specifico riguarda una ragazza di “23 anni, che non ha mai lavorato all’interno di un salone, quindi non aveva un approccio in ambito lavorativo perché non è che se sei bravo a fare le unghie vuol dire che sei capace a stare in un luogo di lavoro- spiega l’imprenditrice-. Ci sono dei protocolli interni, delle procedure che devi conoscere, a partire dalla sterilizzazione degli strumenti, procedure che non conosci perché a scuola non te le fanno vedere, fai la teoria ma nella pratica si lavora in un altro modo. C’è poi il rapporto con il cliente, la fidelizzazione”. La ragazza aveva dunque risposto all’annuncio di lavoro e dopo il colloquio e una verifica delle sue capacità le viene proposto un contratto – a norma di legge – di 40 ore lavorative settimanali, 8 ore al giorno, con contratto di apprendistato di 36 mesi con una paga base netta di 970 euro. Compenso e orari previsti dal Ccnl per i dipendenti dalle imprese di Acconciatura, Estetica, Tricologia non curativa, Tatuaggio, Piercing e Centri Benessere siglato da Confartigianato Benessere – Acconciatori Filcams-Cgil, Confartigianato Benessere – Estetica Uiltucs-Uil, Cna – Unione benessere e sanità, Casartigiani Claai – Federnas-Unamem.
L’SMS PER DIRE CHE NON AVREBBE ACCETTATO IL LAVORO
Fatta la proposta la ragazza accetta ma, appunto, il giorno prima di iniziare tutto cambia: “Non mi posso sentir dire di sì, e poi il giorno prima di iniziare essere liquidata con un messaggio con scritto mi dispiace ma io domani non mi presenterò sul posto di lavoro perché ho ritenuto che secondo me la paga è troppo bassa“, racconta Arianna. “Poteva, in fase di accordo, dirmi che non lo riteneva appropriato, è irrispettoso e poi ne avremmo potuto parlare”, sottolinea amareggiata Arianna che è rimasta colpita dalla poca serietà rispetto all’impegno preso.
“TROPPI ABUSIVI A CASA, È OVVIO CHE GUADAGNANO DI PIÙ“
Il problema principale, secondo l’imprenditrice, “è l’abusivismo a casa: se un’onicotecnica ha anche solo tre persone al giorno, con una fish media di 30 euro per un gel, sono 90 al giorno che per 5 giorni sono 450 euro a settimana. Come faccio a farti un’offerta proporzionata rispetto a quello che ci sta fuori? Non te lo posso fare, ma io stessa sono vincolata”.
“I miei 40 euro di refill gel comprendono il costo operatore, il costo postazione, il costo dei prodotti, delle utenze, dell’affitto, della sanificazione della postazione- ribadisce- in più ho dei vincoli, non sono nella condizione di poter pagare di più perché su di me gravano tutto un altro tipo di tasse”.
“Io negli anni ho sperimentato che se dai un incentivo le persone sono più motivate- aggiunge Arianna- ma perché non è lo Stato stesso che mi mette in condizione di rendere più felice il dipendente?”, si interroga.
“Oggi solo persone grandi cercano lavoro, dopo il Covid in tanti hanno lo hanno perso e si ritrovano a non trovarlo perché il costo del personale è impossibile da sostenere, i giovani lo sanno benissimo che dentro casa lavori, c’è gente che dentro casa ha fatto stanze adibite a studio, il tutto però sulle spalle nostre. Vuoi lavorare a casa? Benissimo, ma paghi le tasse“, afferma.
“IL CONTRATTO VA AGGIORNATO A COSTO VITA, MA I GIOVANI VOGLIONO ANCHE TEMPO LIBERO”
Oltre al lavoro in nero che si svolge privatamente, secondo l’imprenditrice ci sono altre due questioni che riguardano i giovani che si affacciano al mondo del lavoro: il mancato aumento salariale adeguato al costo della vita di oggi e la questione del tempo libero. “Non vogliono lavorare full time perché- racconta- mi dicono spesso che poi non hanno tempo per loro, ma nel mio settore è difficile organizzare il lavoro con part time verticali ad esempio, come fidelizzi il cliente se magari ci sei solo due giorni a settimana ma la persona vuole fare le unghie con te e una settimana può il mercoledi ma quella dopo magari un altro giorno?”.
“BISOGNA PARTIRE CON UMILTÀ E NON SENTIRSI GIÀ ARRIVATI”
“La difficoltà mia- aggiunge- è generare degli operatori qualificati che riescono a crearsi un futuro all’interno del salone dove lavorano, qui c’è una crescita e al prossimo colloquio farò questa domanda: quanto pensi sia giusto sia il compenso per te? Io ti sto pagando partendo da una base per arrivare a una qualifica professionale vera e propria con cui, al di fuori di questo posto di lavoro, potrai dire ho fatto tre anni di esperienza in un salone di bellezza e non ti offrirò mai 970 euro se tu hai già avuto esperienze concrete di lavoro. Io- prosegue- so cosa significa il sacrificio, ho lavorato giorno e notte per arrivare a questo, sono partita anche io da un tirocinio, dove guardavo e basta, non mi facevano fare niente”.
Arianna Galano conclude con un appello ai giovani che si avvicinano al mondo del lavoro: “Non dovete umiliarvi ma partire con umiltà, dire non conosco il mondo del lavoro e mi affido a qualcuno che me lo può insegnare per essere qualificato domani e poter pretendere di vedere riconosciuta la mia qualifica, è questo il mio appello. Nessuno è già arrivato, neanche io dopo 15 anni in questo settore, ancora oggi vado a fare corsi e mi metto in gioco, ancora oggi imparo anche dalle ragazze nuove che arrivano perché quella di oggi non è la stessa formazione che ho fatto io 20 anni fa. Siate più umili nel voler imparare, non sentitevi arrivati, tutto deve essere commisurato, si parte da una base per arrivare a un traguardo”.
(Dire)