Aversa. Tekra, lavoratori nuovamente sul piede di guerra

I lavoratori della Tekra srl che si occuapno del servizio igiene ambientale e raccolta rifiuti ad Aversa (CE) sono di nuovo sul piede di guerra ed in stato di agitazione.

“Solo chiacchiere e false promesse ai tavoli aziendali e comunali con il commisario della città normanna – fanno sapere i sindacalisti della USB Campania. Ad un mese esatto e dopo la mobilitazione dei lavoratori ed il tavolo di conciliazione avvenuto il 15 gennaio scorso presso gli uffici della Tekra tra la rappresentanza aziendale e la nostra delegazione sindacale, gli accordi sottoscritti sono stati disattesi ed ignorati e le soluzioni, annunciate, alle nostre istanze sul miglioramento della sicurezza, dei diritti e delle condizioni d’inquadramento e turnistica verso tutti i lavoratori non sono arrivate o sono state davvero insufficienti”.

“Siamo contrari inoltre al ricorso del massiccio impiego di lavoratori stagionali che è la norma per la Tekra, assunti con contratti a breve termine, con inquadramenti bassissimi, senza alcuna formazione lavorativa e sulla sicurezza, sfruttati ed impiegati sui mezzi meccanici ed impiegati in mansioni che violano il loro contratto d’assunzione; tali lavoratori spesso sono costretti sotto ricatto a lavorare su sette giorni anche di domenica senza rispettare il giusto compenso come da ccnl di categoria e soprattutto il giusto riposo lavorativo e senza alcun futuro lavorativo stabilizzato ed indeterminato”.

“Arrivano solo intimidazioni, repressione e discriminazioni contro le nostre rappresentanze sindacali aziendali ed i nostri iscritti che hanno avuto il coraggio di denunciare in questi mesi le gravi violazioni e le difficili condizioni nel loro lavoro – continua la missiva sindacale -. Una boccia d’acqua non basta a zittirci forse serve solo per mettersi in “regola” con gli enti preposti dopo mesi di segnalzazioni e denunce da noi nate”.

“I gravi problemi per mancanza di sicurezza e di alta pericolisità restano inalterati dopo mesi di denunce agli organi competenti, come anche l’alto rischio contro la salute dei lavoratori e degli stessi cittadini aversani il quale rimane altissimo. Il prossimo 21 febbraio, vi sarà presidio al comune di Aversa, prevedendo una giornata di sciopero per far sentire la voce dei lavoratori che non restano silenti e che non si arrendano ai patti criminali che da anni lucrano sul traffico dei rifiuti del territorio invitando alla partecipazione gli stessi cittadini, le associazioni ed i comitati ambientali territoriali e le forze politiche”.

“Anche dopo l’incontro infruttoso, avvenuto il 5 dicembre 2023, presso il municipio di Aversa con il “commissario prefettizio” della città con una nostra delegazione sindacale ed un rappresentante di un’organizzazione ambientale e dopo l’invio di documentazione via pec agli uffici amministrativi come richiesto, tutto o quasi e’ fermo al palo. Solo annunci, chiacchiere e niente più anche dalla Commissaria Prefettizia”.

“Le due ex isole ecologiche rimangono apparentemente chiuse, come ormai da quasi quattro anni ed il loro ripristino lontano anche dopo dichiarazioni di fondi d’investimenti e appalti per ipotetiche bonifiche da parte degli amministratori comunali: mentre in via Perugia (viale Europa) l’isola ecologica, in bella vista per gli occhi pubblici, è stata finalmente ripulita e sistemata, dall’altra parte della città, lontano dagli occhi di tutti, nell’ex isola ecologica in zona Cappuccini la situazione e’ invariata, anzi possiamo confermare peggiorata. Tutti i cassoni dei rifiuti cittadini, usati per ingombranti, vetro e raae, sono stati spostati dal primo sito al secondo e le attivita’ dei lavoratori ricominciate con il patto nato tra la Tekra e lo stesso commissario della città”.

“Tuttociò sempre a rischio e a danno del lavoro, della salute, della sicurezza e dell’ambiente ma sono cominciate purtroppo attivita’ illecite sul posto di sversamento dalle solite ditte abusive che sversano indisturbate e con l’appoggio dei soliti noti nel sito. Nel sito, praticamente, la Tekra ha istallato un solo bagno chimico e posizionati appena 4 estintori per rassicurare gli enti proposti ai controlli: per noi sono assolutamente insufficienti, l’area della mega discarica e’ stata segnalata da un semplice nastro rosso e rimane sempre da bonificare, gli impianti d’illuminazione sono inesistenti come la videosorveglianza, gli uffici ed i locali per i lavoratori restano devastati, le altre opere d’adeguamento promesse non pervenute, manca tutto tranne un vecchio cartello all’entrata che ne vieta l’ingresso per lavori in corso per ristrutturazione del sito mai avvenuti”.

“Stanchi di subire si cercano vere soluzioni ai gravi problemi irrisolti”.

Redazione

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