Scuola superiore in 4 anni ed autonomia differenziata: ecco come hanno risposto i docenti

Sette docenti su dieci sono contrari alla riduzione del ciclo scolastico da 5 a 4 anni. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Swg per Gilda degli insegnanti su un campione di 600 docenti italiani e presentato oggi a Roma nella sede di Consenso Europa.

Per il 36% dei docenti intervistati, un ciclo di 4 anni “riduce il livello di consapevolezza e maturità generale in uscita”, per il 34% “riduce il tempo per approfondire e sviluppare competenze avanzate”. Solo per il 24% degli insegnanti la riduzione delle scuole secondarie di secondo grado potrebbe influire positivamente.

Tra i favorevoli, soprattutto gli insegnanti del nord e dei piccoli centri. Nell’ambito della formazione tecnica, cioè che bisognerebbe migliorare, per i docenti italiani, è la la parteship con il mondo del lavoro, soprattutto per quanto riguarda il miglioramento delle dotazioni tecniche e l’incremento di percorsi specializzati in settori emergenti.

Per quanto riguarda gli istituti professionali, i docenti vorrebbero maggiore continuità tra scuola e lavoro e percorsi di specializzazione e soft skills.

Bene anche il potenziamento degli ITS, anche se solo 1 docente su 3 ha abbastanza elementi per esprimersi. Per il 42% degli intervistati, gli ITS rappresentano un’alternativa valida alle università.

Il 54% dei docenti Italiani si ritiene contrario all’autonomia differenziata. Solo il 35% è favorevole, e per lo più si tratta di insegnanti del Nord Italia. L’11% non si esprime. Sono i dati raccolti da un sondaggio Swg per Gilda degli Insegnanti e presentati oggi a Roma nella sede di Consenso Europa. Secondo i dati emersi dal sondaggio, sviluppato su un campione di circa 600 docenti, gli insegnanti del Sud Italia temono che con l’autonomia le scuole del Meridione possano essere ancora più svantaggiate. I dati riflettono anche un generale scetticismo nei confronti di un’autonomia scolastica che ha attribuito la dirigenza ai Presidi.

I DOCENTI VORREBBERO POTER SCEGLIERE IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Parere favorevole, invece (63%) per una riforma che preveda l’idea di un preside elettivo, votato ogni 4 anni e nominato dai docenti della scuola. I docenti sarebbero favorevoli anche all’ipotesi di un Consiglio Superiore della Docenza, eletto dal collegio dei docenti, per vigilare sulle sanzioni disciplinari (favorevoli il 55% degli intervistati, contrari il 28%). Divide, invece, l’ipotesi di un organo di vigilanza esterno (il 42% ha espresso parere positivo, a tutela della trasparenza e della equità delle sanzioni, il 44% ha espresso un parere negativo, che comprometterebbe l’autonomia scolastica). Netta contrarietà, invece, sulla tendenza delle scuole ad organizzarsi sul modello delle aziende. Il 73% non condividee affatto questa tendenza all’aziendalizzazione, e solo l’11% si dice d’accordo sul proseguire verso questa direzione.

PROFESSORI CONTRARI ALL’ACCORPAMENTO DEGLI ISTITUTI

Negativo anche il parere sull’accorpamento degli istituti: 7 insegnanti su 10 non gradiscono questa direzione, che rende anche i collegi dei docenti sempre più numerosi. Accordo totale, da parte dei docenti, sull’ingerenza dei genitori, che per 9 insegnanti su 10 danneggia la crescita degli studenti. Un’ingerenza che gli insegnanti reputano ammissibile solo in casi estremi.

“Ci troviamo d’accordo con gli insegnanti, l’autonomia differenziata, come abbiamo sempre sostenuto, mina le basi di un Sistema Scuola inclusivo e rischia di disgregare il sistema nazionale con tanti sistemi educativi di istruzione e formazione, significherebbe cristallizzare le differenze invece che migliorare- ha commentato Rino Di Meglio, coordinatore Gilda degli Insegnanti– Non solo, c’è anche un problema culturale, se accentuiamo le divisioni, in un Paese che è già troppo diviso, rischiamo di creare un serio problema”.

(Dire)

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Redazione

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