(VIDEO) Le intercettazioni che incastrano la ‘banda delle 500’
Sono state le intercettazioni telefoniche a incastrare i componenti della banda che a Palermo riciclava auto rubate e che metteva in atto il metodo del ‘cavallo di ritorno’ per estorcere denaro ai proprietari dei veicoli.
Una delle estorsioni ricostruite dagli agenti del commissariato di Brancaccio, che hanno condotto le indagini, risale alla notte del 22 dicembre 2022, quando tre degli indagati hanno rubato una Fiat 500.
Due giorni dopo, al termine di una veloce trattativa e la consegna di 500 euro in contanti, l’auto venne riportata in via Oreto e qui ritrovata dal padre della proprietaria. “Oh, amunì che è tardi (sbrighiamoci perché è tardi, ndr). Facciamo questo discorso”, è una delle frasi rivolte dal 22enne M.S., ora in carcere, al 30enne S.D.A., anche lui finito in cella nell’operazione di questa mattina.
Quest’ultimo rispondeva: “No, aspettiamo a…”. Il primo, quindi, controreplicava: “Sì, la sto prendendo ora. Sì, l’ho capito…ma…per me l’orario buono è ora. Il tempo che arrivi là si fanno mezzanotte e là già dormono pure i conigli”.
Il furto dell’auto venne portato a termine e nelle ore successive scattarono le trattative per la restituzione del mezzo dietro pagamento. Due giorni dopo M.S., dopo avere concordato il tutto con i proprietari dell’auto, diceva a S.D.A.: “Sto lasciando questa e vado a prendere subito quella. E gliela butto lì”.
Il secondo rispondeva: “E io sto andando a prendere sti soldi”. Riguardo a tre estorsioni commesse dopo altrettanti furti di auto, è emerso l’interessamento di due noti mafiosi, uno della famiglia di Brancaccio e uno della famiglia di Villabate, mentre in relazione al furto di un’auto di proprietà della moglie di un detenuto mafioso la polizia ha scoperto come i componenti del gruppo criminale si fossero “alacremente impegnati” per recuperare il veicolo. In una delle conversazioni captate dalla polizia, il 22enne M.M., anche lui finito in carcere, riferiva a un complice che “dentro il Forum (centro commerciale della zona di Brancaccio, ndr) non vogliono che tocchino niente”.
(Sac/Dire)