Torna dal Kenya e scopre di avere la scabbia norvegese
Una forma acuta di scabbia norvegese, una variante più aggressiva rispetto alla scabbia classica.
Vittima un uomo di Latina, di rientro dalle vacanze in Kenya.
E’ ricoverato in isolamento presso il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Santa Maria Goretti.
L’uomo si è presentato al pronto soccorso con il corpo ricoperto da vesciche ingrossate e un’eruzione cutanea.
Escluso un banale rash cutaneo, provocato da un’eccessiva esposizione al sole, i medici infettivologi hanno eseguito gli esami che hanno confermato la diagnosi .
L’uomo è stato subito sottoposto al trattamento necessario per iniziare la cura e poi isolato nel reparto.
COS’È LA SCABBIA NORVEGESE
La scabbia crostosa (detta norvegese) è dovuta ad un’alterata risposta immunitaria del corpo.
Essa determina la proliferazione e la moltiplicazione degli acari in maniera decisamente superiore rispetto a quando si viene infettati da quella tradizionale.
La caratteristica principale della norvegese è l’elevata contagiosità: l’infezione è caratterizzata da spesse croste che contengono un numero elevato di acari e di uova, che rendono il soggetto infetto particolarmente contagioso anche attraverso la trasmissione indiretta.
PREVENZIONE
Programmi di trattamento di massa che utilizzano permetrina topica o ivermectina a somministrazione orale si sono dimostrati efficaci nel ridurre la prevalenza della scabbia in alcune popolazioni.
Non esiste un vaccino disponibile. È fortemente consigliato il trattamento simultaneo di tutte le persone con cui si hanno avuto contatti stretti, anche se esse non mostrano sintomi di infestazione.
L’infestazione asintomatica è relativamente comune. I vari oggetti della vita quotidiana rappresentano un basso rischio di trasmissione, con l’eccezione del caso della scabbia crostosa, quindi la pulizia è di poca importanza.
Invece i locali utilizzati da persone con scabbia crostosa richiedono una pulizia accurata.