Tecnologia e gaming: le novità del 2024
Il 2024 si presenta come un’annata dalla doppia faccia nel mondo del gaming: se da un lato non mancheranno le novità tecnologiche, dall’altro si potrebbe assistere un’ondata di licenziamenti con pochi precedenti nel passato, dal momento che già i primi mesi dell’anno hanno portato a un taglio simile a quanto successo in tutto il 2023.
Ad oggi il mondo del gaming è un termine che va a riferirsi ad una pluralità di settori: esiste il tradizionale mercato delle console, quello relativo alle app e rivolto essenzialmente a possessori di smartphone e tablet e infine quello riguardante il web, come può essere una piattaforma di poker online, rompicapo o i tradizionali giochi di carte disponibili online.
Partendo però dall’aspetto rivolto alle innovazioni attese, le novità per il 2024 sono numerose da quasi tutte le grandi aziende produttrici. La Nintendo ha annunciato quasi una trentina di uscite e diverse aggiunte al catalogo sono previste anche per la Bandai Namco.
La punta di diamante potrebbe essere l’arrivo di un nuovo capitolo dell’ormai infinita saga dei Pokémon, dal momento che sono ormai trascorsi due anni dall’ultima uscita. L’elenco dei titoli più attesi è però lungo e si inserisce di diritto Prince of Persia: The Lost Crown, ennesimo prodotto della serie Ubisoft, spesso garanzia di qualità. Cresce la curiosità anche per Suicide Squad: Kill the Justice League, promosso dal Rocksteady Studios e strutturato come uno sparatutto in cui il giocatore è chiamato ad eliminare i supereroi considerati corrotti. Altra grande attesa è rivolta a Alone in the Dark: altro non è che una rivisitazione di un gioco uscito nel 1992 e strutturato come un survival horror (sotto la direzione di Mikael Hedberg).
Guardando perciò questo breve elenco, si potrebbe pensare ad un mercato del videogame in continua espansione, sempre pronto ad immettere nuovi titoli nel mercato. I tagli però annunciati nei primi mesi del 2024 non promettono bene e anzi, lasciano presupporre un ricambio nel modo della produzione e della conseguente distribuzione del videogioco.
Aspetti che interessano trasversalmente tutte le industrie, incluse le più grandi: dopo aver acquisito Activision-Blizzard per oltre 68 miliardi di dollari, Microsoft ha annunciato tagli per circa l’8% della forza lavoro, che tradotto significa circa 1900 dipendenti in meno per l’azienda fondata da Bill Gates. Lo stesso ha dichiarato Riot Games, che punta ad una diminuzione dell’11% degli addetti. Al momento è bene specificare che si tratta di annunci generici sui tagli, senza specificare quali saranno i settori coinvolti e non potendo, perciò, comprendere la reale intenzione dietro queste mosse.
Secondo gli addetti ai lavori, solo in parte questo può essere spiegato da una più sistematica introduzione dell’AI nella creazione dei titoli. Gli indizi di un rallentamento del mercato c’erano tutti, anche perché va tenuto in considerazione l’aspetto legato ai costi di produzione dei videogiochi.
Al netto di un successo di pubblico che resta elevato, la loro produzione richiede un costante esborso di centinaia di milioni di dollari per la produzione di nuovi titoli, incentivando per forza di cosa la sopravvivenza delle sole Big Tech, che infatti stanno monopolizzando il mercato mediante le acquisizioni (partite già nel 2022).