Travolto mentre faceva flessioni sulla strada: assolto guidatore
E’ stato assolto con la formula “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di omicidio stradale il giovane che nel novembre di tre anni fa, quando aveva 21 anni, investì un 20 enne, che verso le 3.30, dopo aver bevuto molto in una serata con amici, si era messo a fare flessioni nella corsia centrale della Tangenziale Est di Milano.
Il 20enne morì poco dopo in ospedale.
Lo ha deciso stamattina il gup, dopo che per il 23enne era stato chiesto il rinvio a giudizio per una “colpa specifica” nell’omicidio stradale, ossia l’aver violato i limiti di velocità perché andava, stando all’imputazione, ad oltre 130 km/h mentre il limite su quella strada era di 90.
L’imputato ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato e oggi il pm di udienza, non titolare del fascicolo, ha chiesto per lui l’assoluzione sostenendo che anche se andava a velocità elevata (ci sono, tra l’altro, consulenze di parte che contrastano quella della Procura) mai avrebbe potuto mettere in conto che sulla strada avrebbe trovato “quell’ostacolo”, ovvero il giovane che faceva flessioni, e mai avrebbe potuto accorgersi ed evitarlo.
Con la sentenza di assoluzione con formula piena sono state accolte le richieste del pm e della difesa.
In passato erano stati indagati per omissione di soccorso i cinque ragazzi che erano con il 20enne ed era stata ipotizzata una sfida tra amici.
Per questo filone, poi, è stata chiesta l’archiviazione. Stando alla ricostruzione, la macchina con a bordo la vittima e gli amici si trovava in tangenziale perché i giovani stavano rincasando da una festa.
Erano le 3.30 del 21 novembre quando l’auto si è fermata a lato della strada, probabilmente perché uno dei passeggeri si era sentito male per via dei troppi drink.
Il 20enne a quel punto è sceso per andare nella corsia di destra della carreggiata, la seconda in direzione nord, dove ha cominciato a fare le flessioni.
I cinque amici sono andati via con l’auto “per paura” dopo aver visto l’amico che veniva travolto, salvo tentare di tornare sul posto, senza riuscirci perché lo svincolo era stato chiuso per l’arrivo dei soccorsi.