24enne sequestrò e rapinò una massaggiatrice cinese
Aveva chiesto indietro 50 euro, non contento sequestrò e rapinò la massaggiatrice cinese chiudendola in casa mettendola a soqquadro e rubandone 600.
Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Pordenone hanno dato esecuzione ad una misura emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Pordenone nei confronti di un ventiquattrenne cittadino italiano di origine albanese, residente in provincia di Pordenone, ritenuto quale autore di una rapina con sequestro di persona in danno di una cittadina cinese.
I fatti si sono verificati lo scorso 6 febbraio quando il giovane dopo aver contattato telefonicamente la cittadina cinese e concordato un appuntamento si presentava nell’abitazione della donna, sito nelle vicinanze della stazione.
Al termine del massaggio minacciava ed aggrediva la donna pretendendo la restituzione della somma di 50 euro pagata per il massaggio.
Di fronte al rifiuto della donna il giovane chiudeva a chiave la porta dell’abitazione e, tenendo sotto sequestro la vittima, rovistava in casa per quasi due ore impossessandosi della somma di seicento euro custodita dalla donna.
Al termine dell’aggressione l’uomo si dava alla fuga portando con sé le chiavi dell’appartamento.
La mattina successiva il giovane si ripresentava di nuovo nell’appartamento della massaggiatrice rapinata la sera prima e cercava di accedervi utilizzando le chiavi, non riuscendovi perché la donna nel frattempo aveva cambiato la serratura.
A quel punto l’uomo cercava di sfondare la porta d’accesso colpendola con dei calci e dei pugni ma le urla della donna allarmavano i vicini e lo facevano desistere dall’azione mettendolo in fuga.
Il pomeriggio la donna si presentava in Questura dove formalizzava querela negli uffici della Squadra Mobile.
Le successive indagini venivano coordinate dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pordenone che attesa la gravità dei fatti richiedeva ed otteneva dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pordenone la misura cautelare degli arresti domiciliari che veniva eseguita dagli agenti della Squadra Mobile nella giornata del 15 maggio.