Campi Flegrei, Castel di Sangro prepara aree di accoglienza

Il Comune di Castel di Sangro (L’Aquila) metterà a disposizione, qualora fosse necessario, tre aree di accoglienza per eventuali sfollati dalla zona dei Campi Flegrei dove da lunedì è in corso uno sciame sismico.

“Ci siamo mossi da tempo.Dal mese di aprile abbiamo approntato un sistema di sicurezza che ci consentirà di gestire e accogliere gli sfollati, se ne ce sarà bisogno” dichiara all’ANSA il sindaco, Angelo Caruso, che è anche presidente della Provincia dell’Aquila.

Nelle aree – nelle zone parco acquatico, campi da tennis e palazzetto dello sport – potranno essere accolte fino a tremila persone.

Nell’area della comunità montana sarà attrezzata, sempre in caso di necessità, l’area per le registrazioni.

Disponibilità anche da parte di proprietari di case private e strutture ricettive.

Si confermerà allerta gialla Campi Flegrei

“Non ho letto la relazione della commissione Grandi Rischi che si è riunita sui Campi Flegrei, ma credo che confermerà l’allerta gialla. Non so se ci sono stati pareri divergenti, non lo escludo”.

Lo ha detto il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, al termine del vertice interministeriale sull’attività sismica.

“Approveremo una norma per vietare nuove costruzioni nella zona del bradisismo dei Campi Flegrei”, ha detto il ministro per la Protezione civile.

Aiuti a chi lascerà i Campi Flegrei

Ci vorranno oltre 500 milioni di euro per la messa in sicurezza dei Campi Flegrei, dove sono stati realizzati migliaia di edifici e vivono 80mila persone.

La priorità saranno le scuole. Il governo studia poi l’ipotesi di sostenere chi vuole trasferirsi altrove, escludendo il ricorso al sisma-bonus.

Lo ha riferito il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, al termine del vertice a Palazzo Chi presieduto dalla premier Giorgia Meloni, dopo la serie di scosse di questi giorni che hanno spaventato la popolazione.

“Ma chi ha scelto di vivere lì – ha sottolineato Musumeci – sapeva che era un’area difficile, che presenta rischi. Ce ne ricordiamo solo quando la terra trema e questo è un grande limite, serve una convivenza vigile col pericolo. Se decidi di stare in quel luogo ci devi aiutare a promuovere una convivenza responsabile con una maggiore consapevolezza”.

Nel corso dell’incontro, cui hanno partecipato anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il sottosegretario alla Difesa, Isabella Rauti, il sottosegretario all’Interno, Emanuele Prisco, il capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio e il prefetto di Napoli, Michele Di Bari, è stato fatto il punto mentre la terra continua a tremare: in mattinata si è registrata una scossa di magnitudo 3.6.

“La comunità scientifica – ha spiegato Musumeci – dice che le scosse possono durare un mese, un anno, possono evolversi o estinguersi già domani”.

“Noi dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza. C’è una sinergia tra prefettura, Comuni e Regione per definire un piano di evacuazione che rimane nel cassetto ma se necessario deve essere subito attuato”.

L’intenzione del governo, ha rimarcato, “è quella di impegnare risorse nella cosiddetta zona rossa: nell’area più pericolosa ci sono 1.250 case che sarebbero a elevato rischio sismico e 2.750 a medio rischio”.

“Quanto il governo potrà stanziare, e con quali modalità per mitigare il rischio di chi ci abita, lo valuteremo soltanto quando si sarà completata l’operazione di ricognizione della vulnerabilità degli immobili. In base alla mole di lavoro da affrontare, si quantificheranno le risorse”, ha aggiunto Musumeci.

E tra le ipotesi allo studio c’è “anche quella di sostenere un cittadino che volesse delocalizzare, che dicesse ‘non vogliamo più stare qui’. Il governo deve sostenere questa scelta, accompagnarla o girarsi dall’altra parte? È un’ipotesi che non mi sembra da sottovalutare, ci stiamo ragionando, stasera abbiamo posto il tema al centro dell’agenda”.

L’appello di Musumeci agli abitanti dei Campi Flegrei: “Noi meridionali siamo un po’ scanzonati, un pò fatalisti, siamo abituati a toccare ferro. Ma dobbiamo comprendere che chi vuole continuare a vivere in quella zona deve attrezzarsi”.

Intanto domani ancora scuole chiuse a Pozzuoli, la riapertura è prevista venerdì, e in un istituto ritornerà per un giorno la didattica a distanza.

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Redazione

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