Detenuto sfregia la moglie durante visita in carcere

Un cittadino tunisino del 1984, che sta scontando una condanna in carcere a Trento per lesioni gravi, ha sfregiato la moglie, una quarantenne trentina, durante un colloquio.

L’uomo, in possesso di una lametta da barba, avrebbe anche tentato di colpire la donna alla gola, ma è stato bloccato dagli agenti di polizia penitenziaria.

Lo riporta la stampa locale. La donna è stata portata all’ospedale Santa Chiara di Trento.

Non è la prima volta che subisce un’aggressione da parte del marito.

Lo scorso anno fu colpita a volto e collo con un coltello ed ebbe una prognosi di 41 giorni.

L’uomo si trova in carcere per una condanna per lesioni gravi.

In quell’occasione la donna non si era costituita parte civile durante il processo.

Uccide la moglie a Parma con un colpo di fucile

Ha imbracciato il fucile che deteneva legalmente, è entrato in camera ed ha fatto fuoco sulla moglie, stesa a letto, colpendola al volto ed uccidendola all’istante.

Questo il dramma che si è consumato ieri mattina attorno alle 8,30 in via Marx, strada alla prima periferia di Parma.

La vittima si chiamava Silvana Bagatti, aveva 76 anni. A fare fuoco il marito, Giorgio Miodini, anche lui 76enne.

È stato lui, dopo aver sparato, a chiamare le forze dell’ordine e a confessare quanto era successo.

Carabinieri e polizia, giunti sul posto assieme ai mezzi del 118, lo hanno trovato così in casa, accanto alla moglie, e lo hanno arrestato.

Sul luogo dell’omicidio anche gli agenti della polizia scientifica ed il pm Paola Dal Monte. Silvana Bagatti era malata da circa vent’anni e soffriva di gravi crisi depressive.

Ad accudirla ci aveva sempre pensato il marito, la coppia non aveva infatti figli, e Giorgio Miodini, negli ultimi tempi, aveva manifestato ai parenti e ad alcuni vicini di sentirsi molto stanco, “di cominciare ad avere dei cedimenti”.

Da qui, forse, il terribile gesto che non si esclude potesse anche prevedere il successivo suicidio.

Nei giorni scorsi, a dimostrazione di come forse la tragedia fosse stata pianificata da tempo, la donna aveva lasciato il numero di telefono di una vicina ad alcuni parenti “nel caso fosse successo qualcosa”.

Redazione

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